Alla vigilia del trentesimo
compleanno, il Festival delle Colline Torinesi - Torino
Creazione Contemporanea - la storica rassegna teatrale, diretta
Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla e organizzata da Tpe Teatro
Astra - torna dal 12 ottobre al 10 novembre, con un'edizione di
ampio respiro che può contare su 7 prime, 6 produzioni, 15
spettacoli, 28 giorni di programmazione e 52 recite. Il tema di
quest'anno è guerre/migrazioni.
Il Festival prosegue, per il quarto anno, il suo nuovo
cammino di festival d'autunno ribadendo il rapporto con la
creazione contemporanea anche grazie alla partnership
progettuale con la Fondazione Merz, nei cui spazi, specie
durante la settimana di ContemporaryArt, avranno luogo
appuntamenti di teatro più performativo e/o sperimentale.
Sarà El Conde de Torrefiel a inaugurare il festival con una
performance, La luz de un lago (12 e 13 ottobre, Teatro Astra.
Presentato con Piemonte dal Vivo in condivisione con
Torinodanza) in prima nazionale. La compagnia di Barcellona è
diretta, come sempre, da Tanya Beyeler e Pablo Gisbert. Il
pubblico torinese ha già conosciuto il loro lavoro in occasione
delle applaudite presentazioni di La Plaza e Una imagen
interior, dove la scena ricreava un'esposizione museale.
Poi, dopo la felice partecipazione dell'anno passato con Il
Terzo Reich, che proponeva le parole del potere e dei
totalitarismi, prosegue il focus su Romeo Castellucci che nelle
giornate di apertura presenta la performance Senza titolo (12 e
13 ottobre, Fondazione Merz), proposta condivisa dal Festival e
da Tpe con il Teatro Stabile di Torino e la Fondazione Merz, che
ospita l'allestimento. Concepita per la Triennale di Milano,
parte dai corpi, da gesti primitivi reiterati, per trasformarsi
in suono, in musica, preghiera, in suggestione visiva." Quando
il teatro e le altre arti vogliono riflettere sul domani non
possono dimenticarsi di questi conflitti. Già avvenuti, in
essere e in potenza, tenendo conto, ad esempio, che il rapporto
tra passato, presente e futuro va quotidianamente ripensato"
commentano Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla.
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