A 80 anni esatti dal 7 aprile 1944,
si è commemorato l'anniversario dell'eccidio perpetrato dai
nazifascisti sulle montagne alessandrine, al confine con la
Liguria. Nell'allora 'Pasqua di sangue' nella cascina
'Benedicta' in territorio di Bosio furono massacrati più di 150
partigiani, sepolti poi in fosse comuni nelle vicinanze. Altri
180, catturati nel corso dello stesso rastrellamento, furono
deportati al campo di concentramento di Mauthausen. Molti non
ritornarono. "Fu la più grande strage di partigiani combattenti
in tutta la storia della Resistenza Italiana", ha sottolineato
Daniele Borioli, presidente associazione Memoria della
Benedicta.
In tanti sono saliti al Sacrario-Memoriale, nel ricordo delle
vittime "che si sono sacrificate per darci la democrazia che -
ha aggiunto Borioli - siamo chiamati a difendere dalle molte
insidie che ogni giorno rischiano di incrinarla e di incrinarne
i valori". "Quei valori - rimarca il consigliere regionale Pd
Domenico Ravetti - grazie ai quali viviamo in pace e abbiamo a
disposizione la Costituzione più bella del mondo".
Erano presenti il presidente della provincia Enrico
Bussalino, i deputati Federico Fornaro del Pd e Riccardo
Molinari della Lega e dalla Liguria il vicepresidente del
consiglio regionale Armando Sanna e il presidente di quello
comunale di Genova Carmelo Cassibba.
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