In un terziario che vede crescere
leggermente il clima di fiducia, con un indicatore di 53-54 a
fronte di una media nazionale di 49, il commercio torinese è
ancora al palo, frenato da calo degli acquisti, inflazione,
aumento dei prezzi, in uno scenario che vede la categoria
ricorrere al credito sempre più per ristrutturazione del debito
e non per investimenti. E' quanto emerge dall'indagine sul
quarto trimestre 2023 con outlook sul '24, realizzata da Ascom
Confcommercio Torino e provincia con Format Research.
"Purtroppo non ci sono grandi novità - dice la presidente
Maria Luisa Coppa -, c'è una situazione di stabilità nella quale
mentre il turismo continua ad andare bene, il commercio al
dettaglio langue ed è in attesa di qualche miglioramento della
situazione delle famiglie. A fronte di questo - aggiunge - c'è
un grande sforzo nel resistere e cercare spazi di vendita e
clientela diversi, con aumento di negozi ibridi". Preoccupa
l'accesso al credito, con un aumento da 4 al 17% di necessità di
risorse per la ristrutturazione del debito. Ma anche la
riduzione degli acquisti. Secondo il 57% delle imprese i
consumatori negli ultimi due anni hanno ridotto gli acquisti sia
in volume sia in valore, soprattutto per riduzione della
capacità di spesa e scelta dell'e-commerce. Il 68% delle imprese
si è vista costretta a intervenire sugli investimenti in
programma nel 2023 e nel 2024, quasi 4 su 10 hanno registrato
una riduzione dei margini e delle liquidità, circa un quarto ha
difficoltà finanziarie. Tuttavia, nonostante l'inflazione, solo
un terzo ha aumentato i prezzi.
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