Un nuovo rapporto pubblicato oggi da
Greenpeace Italia, basato su dati ufficiali degli enti pubblici
piemontesi ottenuti dall'organizzazione ambientalista tramite
istanze di accesso agli atti, sostiene che la contaminazione da
Pfas nelle acque potabili del Piemonte non interessi solo l'area
della provincia di Alessandria, in cui questo tipo di
inquinamento è noto già da tempo, ma anche altre zone della
città metropolitana di Torino, con oltre 70 comuni coinvolti,
incluso il capoluogo.
Secondo una stima realizzata da Greenpeace Italia, nella
regione Piemonte circa 125 mila persone potrebbero aver bevuto
acqua contaminata da Pfoa, una molecola del gruppo dei Pfas
classificata come cancerogena per gli esseri umani. In Piemonte
ha sede l'unica produzione ancora attiva di questi composti in
Italia, il polo chimico di Solvay Specialty Polymers a Spinetta
Marengo, nel comune di Alessandria.
Oltre ai dati ottenuti dagli enti pubblici, Greenpeace Italia
ha effettuato dei campionamenti indipendenti che hanno
evidenziato la presenza di Pfas anche in aree non ancora
monitorate. In particolare, nel comune di Galliate, nel
novarese, nell'alessandrino e nell'acqua potabile di decine di
comuni della città metropolitana di Torino.
"Per anni - dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della
campagna Inquinamento di Greenpeace Italia - si è ritenuto che
la contaminazione da PFAS in Italia interessasse solo il Veneto
o la zona dell'alessandrino in Piemonte, aree che hanno ospitato
od ospitano tuttora stabilimenti industriali. Purtroppo, però,
l'inquinamento da PFAS è molto più esteso. Già nei mesi scorsi
abbiamo dimostrato come il problema riguardi anche molte aree
della Lombardia. Oggi siamo costretti a denunciare che anche in
Piemonte ci sono altre zone in cui il problema è rilevante e
interessa decine di migliaia di persone".
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