Sindacati e lavoratori chiedono
l'intervento delle istituzioni europee per la vertenza Te
Connectivity di Collegno (Torino). Il gruppo è un colosso
mondiale nella produzione di sistemi di connessione (connettori
e sensori) nei settori trasporti, applicazioni industriali,
tecnologie mediche, domestiche, energia e comunicazione. In
Italia la produzione è concentrata su bianco e automotive.
Te Connectivity Italia ha annunciato la chiusura entro settembre
2025 dello stabilimento di Collegno, in provincia di Torino,
dove lavorano 300 persone. "Noi chiediamo alle istituzioni -
scrivono Fim e Fiom torinesi ai parlamentari italiani della
Commissione Industria della Ue e alla federazione dei sindacati
IndustriAll Europe - che la multinazionale venga richiamata alle
proprie responsabilità sociali e che tutte le forze politiche
facciano quanto nelle loro possibilità nel tentativo di fermare
l'emorragia dei posti di lavoro derivanti da atteggiamenti
predatori perpetrati da aziende multinazionali in territorio Ue.
E' più che mai necessaria una strategia comune a livello europeo
che abbia come obiettivo una normativa comunitaria efficace a
salvaguardia di territori ed occupazione".
I sindacati ricordano che la Te Connectivity Italia "non è
un'azienda in crisi, i dati di bilancio 2022 riportano 127
milioni di euro di valore della produzione, un margine operativo
lordo di 14 milioni di euro e 8 milioni di euro di utile" e che
"i vertici del gruppo hanno deciso di delocalizzare la
produzione, dirottandola negli Usa, in Cina e in altri siti
ancora da definire per aumentare la marginalità agli azionisti.
La stessa strategia aziendale ha già interessato Svizzera, Gran
Bretagna e Spagna".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA