Ai cancelli di Mirafiori non si
respira un'aria buona. Al cambio turno delle 14 le tute blu
escono in fretta e pochi hanno voglia di fermarsi con i
cronisti. Non sono piaciute a nessuno le parole
dell'amministratore delegato Carlos Tavares che ha indicato la
fabbrica di Torino, dove vengono prodotte la 500 elettriche e le
Maserati, e Pomigliano come gli stabilimenti italiani più a
rischio. "Era già nell'aria perché le produzioni continuano a
diminuire, abbiamo paura che non investano più a Mirafiori. Oggi
a mensa e davanti alle macchinette era l'argomento principale"
spiega Ivan Finotello, addetto al montaggio delle Maserati.
"Siamo delusi, io ho già subito la chiusura della Bertone, lo
stesso spettro. Non vediamo futuro, abbiamo una grande ansia.
Non ci sono progetti, modelli nuovi. Tre quarti dello
stabilimento sono vuoti" afferma Gabriele Bertolas, operaio
prima della Bertone e poi dal 2009 di Fca e Stellantis. "Siamo
rassegnati, c'è poca fiducia, abbiamo la sensazione che la
fabbrica stia chiudendo. Speriamo di poter essere spostati in
altri siti come l'hub dell'economia circolare, soprattutto di
riuscire ad andare in pensione. Tavares pensa solo a guadagnare
e non a noi. Speriamo nella politica, il governo fa bene ad
alzare la voce anche se è un po' tardi", aggiunge Enzo Palomba,
operaio della carrozzeria. Parla di ansia e di angoscia anche
Dario Ghionda che lavora all'hub di economia circolare: "Non
conosciamo le vere intenzioni dell'azienda, stiamo lavorando
molto poco. Ora ci saranno altre tre settimane di cassa
integrazione. Abbiamo paura di una possibile chiusura. Tavares
pensa all'azienda a livello globale e non locale, tende a
favorire quei territori dove ci sono costi più bassi".
Preoccupazioni condivise da Roberto De Benedetto, tecnico della
qualità della Maserati. "In fabbrica c'è un clima di tristezza,
ma anche tanta rabbia, sono cose che prevedevamo. Noi non
abbiamo mai smesso di fare cassa integrazione che pagano i
cittadini italiani. Non portano qui nuovi modelli, le nuove
Maserati non verranno fatte a Torino. Questa oggi è la fabbrica
più grande e più vecchia in Europa, non ha futuro".
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