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Giorno memoria: in mostra Primo Levi e la montagna a Torino

Giorno memoria: in mostra Primo Levi e la montagna a Torino

Al Museo nazionale, tra documenti, oggetti e ricordi

TORINO, 26 gennaio 2024, 11:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apre oggi, in occasione del Giorno della memoria, la mostra "Le ossa della Terra. Primo Levi e la montagna", ideata e prodotta dal Museo nazionale della Montagna di Torino, col sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Il percorso espositivo, a cura di Guido Vaglio con Roberta Mori, e sviluppato con il Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino, invita a scoprire il legame poco conosciuto tra Primo Levi e la montagna, nato negli anni dell'adolescenza e che segnò poi il destino dello scrittore. Fu infatti in Valle d'Aosta che avvenne il suo arresto, nel dicembre 1943, che lo condurrà alla deportazione nel campo di Auschwitz. All'indomani dell'8 settembre 1943, l'espressione "andare in montagna" era diventata sinonimo di una precisa scelta di campo, quella di aderire alla lotta partigiana. Dopo la guerra, sarà ancora la montagna a favorire e consolidare l'amicizia di Levi con altri due protagonisti del Novecento: Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, testimoniata in mostra dalla pietra con incisione della poesia "A Mario e a Nuto", proveniente dalla Fondazione Nuto Revelli di Cuneo.
    La mostra si compone anche di fotografie storiche, oggetti, documenti, volumi, manoscritti ed estratti video provenienti da archivi pubblici e privati, oltre che dai familiari dello scrittore, dal Centro Primo Levi e dal Museo. Per la prima volta esposto al pubblico, proveniente dagli archivi di famiglia, un suo paio di sci. I documenti "Le cronache di Milano" e "I Libri segreti", provenienti dall'archivio di Massimo Gentili-Tedeschi, forniscono invece uno spaccato inedito del 1942, periodo in cui Levi trovò un impiego alla fabbrica Wander di Crescenzago e si trasferì a Milano, ospite della cugina Ada Della Torre. "Primo Levi ci aiuta a leggere la natura intorno a noi. Senza enfasi, senza retorica, ma con la passione di chi ha praticato la montagna sul serio" commenta Fabio Levi, presidente del Centro studi Primo Levi. "Liberazione è una delle parole chiave di questa mostra" ha aggiunto Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale e Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione
   

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