Non ha potuto andare alla camera
ardente di Gianni Vattimo, alle iniziative dell'Anpi, a lavorare
come volontario in una sagra di paese, a visitare una familiare
residente in provincia di Imperia: sono 18 i 'no' opposti dal
tribunale di Torino alle richieste presentate negli ultimi mesi
da Giorgio Rossetto, 60 anni, storico esponente dell'antagonismo
di area autonoma e del centro sociale Askatasuna, che sta
trascorrendo un periodo di tre anni di sorveglianza speciale con
obbligo di soggiorno a Bussoleno (Torino). "Questo rigore -
afferma - è limitato al mio caso specifico. Mi è capitato di
essere detenuto varie volte nel corso degli anni, ma persino
quando stavo scontando una condanna i giudici mi permettevano di
recarmi in Liguria per ragioni di famiglia".
Rossetto (che è fra gli imputati del maxi-processo ad
Askatasuna) ha parlato pubblicamente della sua situazione oggi
davanti all'ingresso del Palazzo di giustizia di Torino, dove è
potuto arrivare in occasione di un'udienza di un procedimento
che lo riguarda. La conferenza stampa in programma due giorni fa
nella sede cittadina dei Cobas (cui è iscritto da anni) è stata
annullata dopo l'ennesimo divieto del tribunale. "La
sorveglianza speciale - osserva l'avvocato Emanuele D'Amico -
viene disposta per prevenire la commissione di reati, ma
l'interpretazione del tribunale è assai rigida e ne snatura la
funzione".
Oggi è intervenuta anche Nicoletta Dosio, storica attivista
No Tav della Valle di Susa, consigliere comunale per Up a
Bussoleno: "Hanno impedito a Rossetto di assistere a una seduta
del consiglio senza una ragione valida. Questi sono tempi in cui
si cerca di scoraggiare la partecipazione dei cittadini alla
vita pubblica, di isolare la politica dal mondo popolare".
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