I cani scodinzolano, tutti lo
sanno, ma il meccanismo non è ancora stato indagato a fondo.
Qualche spiegazione, anche evolutiva, arriva da uno studio del
dipartimento di Scienze della vita e biologia dei sistemi
dell'Università di Torino, con l'Università di Roma La Sapienza,
l'Università di Medicina Veterinaria di Vienna e il Max Planck
Institute for Psycholinguistics, intitolato "Why do dogs wag
their tails?".
Presupposto è che nei canidi le code non sono più usate per
la locomozione, ma per la comunicazione rituale. Lo scodinzolio,
è stato notato, è un comportamento asimmetrico. Avviene a destra
a suggerire l'attivazione dell'emisfero sinistro, per gli
stimoli con una valenza emotiva positiva. Al contrario per gli
stimoli che suscitano ritiro. Esistono prove indirette che
collegano l'ossitocina (ormone noto per promuovere i legami
affettivi, ndr) allo scodinzolio, soprattutto quando i cani si
riuniscono a un umano familiare. Il lavoro suggerisce anche che
il comportamento sia legato alla tipologia di animale. "Cuccioli
di cane allevati di quattro-cinque settimane hanno iniziato a
scodinzolare frequentemente e a manifestare preferenze per la
persona che li accudiva. Quelli di lupo molto meno" spiega
Silvia Leonetti, dell'Università di Torino. Tra i canidi, lo
scodinzolio con un portamento basso è spesso usato come segno di
acquiescenza, sottomissione, intento non aggressivo, tra cane e
cane e tra cane e uomo. Rifiutando il cibo però scodinzolano di
più se c'è un umano, a suggerire che possa funzionare come
segnale di richiesta.
Una chiave per comprendere lo scodinzolio potrebbe essere la
domesticazione "probabilmente iniziata durante il Paleolitico
superiore" aggiunge Leonetti, un processo che porta a
cambiamenti fisiologici, morfologici e comportamentali. Secondo
l'ipotesi della "sindrome da domesticazione", sarebbe emerso
come tratto secondario in una selezione per la docilità, che
avrebbe causato alterazioni delle cellule della cresta neurale
durante lo sviluppo. In alternativa il comportamento
scodinzolante potrebbe essere stato proprio un obiettivo di
selezione, perché gli umani hanno notevoli capacità di percepire
e produrre sequenze ritmiche e ne sono attratti.
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