(di Amalia Angotti)
"Mi piacerebbe fare in film in cui
raccontare il lavoro dei giovani, il mondo degli stage, dei
lavori non pagati, in cui devi sempre essere la spalla di
qualcun altro e forse un giorno se ti comporterai bene, forse
sarai pagato". Lo spiega Francesca Comencini in occasione dei
Job Film Days, il festival di Torino, dove domani sarà
proiettato il suo film del 2012 Un giorno speciale. "Anche la
politica si occupa poco del lavoro dei giovani. Forse non fa
comodo occuparsene, forse non abbiamo neanche gli strumenti
teorici per analizzare il lavoro. Il centrosinistra è ancorato a
certe forme di pensiero e di analisi del lavoro e non sa come
affrontarlo. Eppure è un tema centrale e cruciale" spiega la
regista che non nasconde la delusione per il risultato
elettorale. "Sono una persona di sinistra e questo risultato non
mi rende felice, sono preoccupata sì, ma è la democrazia. Da un
lato ci sono gli errori della sinistra, il fatto che si
considerino sempre più urgenti altri problemi e non si parli di
temi come il lavoro irregolare, il lavoro invisibile". Comencini
spiega di avere accettato l'invito del festival Job Film Days
proprio perché al centro c'è il tema del lavoro. "Mi interessano
le iniziative che hanno questo tema al centro. E' il tema
politico più importante, mi incuriosisce e mi appassiona come
cittadina".
Un film sul lavoro particolarmente caro? "Risorse umane di
Laurent Cantet, film che fu la prima scintilla per fare Mobbing,
oltre naturalmente a tutti i film di Ken Loach" dice Francesca
Comencini che si è dedicata ora anche alle serie tv con Gomorra
e con la serie Sky Original Django che sarà presentata alla
Festa di Roma, "Mi piace fare la serie perché ti permettono di
lavorare molto e anche di sperimentare, di fare delle cose un
po' spericolate" confessa.
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