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Chiesa: Repole, urgente ridisegnare nostro modo di esistere

L'arcivescovo di Torino sul calo dei preti e dei cristiani

(ANSA) - TORINO, 23 GIU - Puntare a un "ripensamento della presenza ecclesiale sul territorio". La necessità viene espressa dall'arcivescovo di Torino, monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, in una lettera alla Diocesi di Torino, che verrà pubblicata sul settimanale diocesano "La Voce E il Tempo" di domenica 26 giugno.
    "È sotto gli occhi di tutti, infatti - scrive monsignor Repole - il fatto che il numero dei preti è in calo ormai da decenni e che la loro età media è piuttosto elevata. È meno evidente ai più, anche se non meno significativo, il fatto che anche il numero dei cristiani che vivono una qualche reale appartenenza alla Chiesa è di molto inferiore rispetto al passato. Insomma, si tratta di guardare con lucidità la realtà e prendere sempre più profondamente coscienza che la nostra società non è più "normalmente cristiana". Eppure, noi siamo ancora strutturati - a partire dalle nostre parrocchie - nell'implicito che tutti siano cristiani".
    "Appare sempre più chiara, dunque - sottolinea l'arcivescovo - la necessità anche urgente di ridisegnare il nostro modo di esistere, come Chiesa, sul territorio, al fine di continuare qui ed ora ad essere ciò che dobbiamo essere e ad offrire il Vangelo alle donne e agli uomini che incontriamo e lo desiderano. Non farlo, significherebbe rimanere schiacciati da un passato che ci impedisce di compiere la nostra missione nel presente e, dunque, di essere fedeli a Cristo". (ANSA).
   

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