(ANSA) - TORINO, 09 GIU - Per le aziende manifatturiere
piemontesi il principale problema determinato dalla guerra
Russia-Ucraina è stato l'aumento del costo delle materie prime,
seguito dalla crescita del costo dell'energia. Poco meno di
un'impresa su due ha riscontrato anche difficoltà di
approvvigionamento delle materie prime; decisamente meno
rilevante invece l'impatto sull'export. Lo rileva Unioncamere
Piemonte, nell'ambito dell'Indagine congiunturale sull'industria
manifatturiera piemontese.
Tra le azioni che le aziende stanno pensando di
intraprendere per far fronte a queste difficoltà le più diffuse
sono la revisione dei prezzi di vendita e la ricerca di mercati
di approvvigionamento alternativi. "Molte imprese capofila
stanno ripensando le politiche di approvvigionamento
rivolgendosi a fornitori della stessa regione o comunque basati
in Italia e questo è molto positivo" rileva Sergio Bava,
direttore commerciale Imprese Piemonte Nord, Valle d'Aosta e
Sardegna di Intesa Sanpaolo. La banca ha attivato finanziamenti
specifici che aiutano le aziende energivore nel pagamento delle
bollette e per quelle coinvolte nell'interscambio con Ucraina e
Russia e fornisce "un servizio di consulenza per la copertura
dai rischi di variazione del prezzo dell'energia e del gas".
(ANSA).
Ucraina: 50% imprese ha difficoltà a trovare materie prime
Unioncamere, con la guerra aumento costi energia e materie prime
