I venti di guerra bruciano la
ripresa economica del commercio torinese a fine 2021. La fiducia
è crollata a causa dell'abnorme aumento delle bollette
energetiche e dei costi dei fornitori e della riduzione dei
consumi anche con i saldi. A causa dello scoppio della guerra le
imprese del terziario della provincia di Torino si attendono una
riduzione di ricavi del 13% e il loro indice di fiducia circa le
previsioni 2022 scende dal 41% al 17%. E' quanto emerge
dall'indagine congiunturale effettuata da Format Research per
conto di Ascom di Torino e Provincia.
"Dovevamo, come di consueto, presentare i dati dell'ultimo
trimestre 2021 che riportavano buoni segnali di ripresa - spiega
Pierluigi Ascani, presidente di Format Research - ma poi abbiamo
ritenuto poco sensato farlo senza riascoltare le imprese alla
luce degli ultimi rincari e dell'inizio della guerra in Ucraina,
che sta cambiando gli orizzonti economici". Così abbiamo
intervistato di nuovo 400 delle 800 imprese sentite in pima
battuta. Il 37% delle aziende che che avevano programmato
investimenti ci ha rinunciato e molte lamentano difficoltà
nell'accesso al credito bancario".
Il presidente e il direttore di Ascom Confcommercio Torino,
Maria Luisa Coppa e Carlo Alberto Carpignano hanno sottolineato
come l'avvio della guerra, insieme alla ripresa dell'inflazione
e la riduzione dei consumi, abbiano spazzato via la 'ripresina'
dell'ultimo trimestre 2021. "Soffrono tutti i settori - dice
Coppa - in primo luogo trasporti trasporti e logistica, con una
previsione di -30% di ricavi, turismo con -20%, commercio no
food -19%, ma anche commercio food -11%. Servono interventi
emergenziali".
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