Oltre 600 lavoratori e lavoratrici
del Gruppo Tim hanno manifestato oggi in piazza Castello,
davanti alla sede della Regione, per lo sciopero nazionale
proclamato unitariamente da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.
"La protesta - spiegano i sindacati - è per difendere i 3mila
posti di lavoro in Piemonte, ma diventano quasi 6mila con
l'indotto nel settore della manutenzione, della progettazione e
della vendita dei prodotti della telefonia. Vogliamo scongiurare
un piano industriale che tra qualche giorno verrà presentato e
nel quale temiamo ci sia una brutta sorpresa. Temiamo uno
spezzatino dell'azienda, uno smembramento di alcune sezioni
importanti, la perdita degli investimenti e dei posti di lavoro.
Il gruppo Tim era il più grande player del paese e avrebbe
potuto continuare ad esserlo se solo il Governo e le istituzioni
avessero scelto una politica industriale del settore
telecomunicazioni. Poteva diventare la chiave di volta per il
futuro dello sviluppo del paese, invece si parla nuovamente
dell'ennesima fase 'spezzatino', del risparmio del costo del
lavoro e delle ricadute di scelte sbagliate, sia del management
che del governo. Abbiamo chiesto a Draghi un intervento,
stamattina siamo in piazza per chiederlo anche a Cirio, al
sindaco Lorusso, a tutte le istituzioni perché si occupino di
questo che non è solo un problema dei lavoratori del gruppo e
dell'indotto ma è un problema di tutto il paese".
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