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Protesta studenti: un migliaio di giovani in piazza a Torino

Protesta studenti: un migliaio di giovani in piazza a Torino

Slogan e striscioni, la nostra è una rivoluzione scolastica

TORINO, 18 febbraio 2022, 15:01

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sono un migliaio gli studenti in piazza XVIII Dicembre, a Torino, da dove è prevista la partenza di un corteo nell'ambito della mobilitazione nazionale organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista. Vi aderiscono le oltre quaranta scuole occupate in queste settimane di protesta contro l'alternanza scuola-lavoro e l'esame di Maturità, ma sono presenti anche i sindacati e gli universitari.
    Ad aprire il corteo lo striscione 'Contro alternanza maturità e repressione no alla scuola del padrone'. "Se non cambierà lotta dura sarà" è lo slogan scandito dai giovani. "Il nostra è una rivoluzione scolastica", spiega Cristina, una portavoce della mobilitazione. "Noi vogliamo e pretendiamo che le istituzioni non possano accanirsi contro gli studenti con la repressione - aggiunge Sara, un'altra dei portavoce - andiamo avanti e non faremo un passo indietro fino a quando non ci dimostreranno che gli impegni presi saranno rispettati".

   Sono partiti in corteo gli studenti che a Torino partecipano in migliaia alla mobilitazione nazionale. Il lungo serpentone, al via da piazza XVIII Dicembre, raggiungerà le sedi di Confindustria e Miur. Chiuse le entrare della stazione ferroviaria di Porta Susa su corso Bolzano, sul tragitto della manifestazione. "Gli studenti tornano in piazza perché è inaccettabile che si muoia in scuola-lavoro - spiega Simon Vial, responsabile nazionale del Fronte della Gioventù Comunista, che ha organizzato le manifestazione in oltre 40 città italiane - Noi siamo contro questo sistema di iscrizione che fa si che gli studenti siano costretti a lavorare gratis e senza diritti e rischino pure la propria vita". "Oggi torniamo in piazza contro la seconda prova, per chiedere l'abolizione dell'alternanza scuola lavoro e per pretendere una presa di responsabilità della repressione nei confronti degli studenti da parte delle istituzioni", aggiunge Sara Munari, del Ksa.
   

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