I carabinieri di Genova
Sampierdarena e di Novi Ligure (Alessandria) hanno arrestato
Emanuele Monachella, 65 anni, residente a Genova ritenuto
esponente di spicco della famiglia mafiosa Fiandaca-Emmanuello,
attivo in provincia di Genova. L'uomo è accusato di estorsione e
usura nell'ambito di una inchiesta della Procura genovese.
Monachella era stato condannato in secondo grado per traffico di
sostanze stupefacenti con l'aggravante mafiosa, estorsioni
continuate aggravate, associazione di tipo mafioso. Secondo
l'accusa, Monachella dal 2018 al 2021 avrebbe prestato soldi con
tassi da usura a due commercianti dell'alessandrino in crisi
anche a causa della pandemia. Uno di questi è stato anche
minacciato di morte più volte. Risulta indagata, sempre con le
accuse di estorsione e usura una seconda persona di 72 anni.
L'indagine è partita alla fine del 2020 dopo la denuncia di
uno dei due imprenditori, che però non aveva fatto il nome di
Monachella proprio perché ne aveva intuito lo spessore
criminale. L'uomo aveva indicato solo una seconda persona,
quella ora indagata, perché ritenuta meno pericolosa ma a cui
doveva una cifra più alta: un prestito di poche migliaia di
euro, era arrivato a un debito di circa 50 mila euro.
Dalle indagini è emerso che l'imprenditore si era rivolto
anche a Monachella che avrebbe effettuato, a partire dal maggio
2018, vari prestiti per importi tra i mille e i quattro mila
euro con interessi del 20-25% al mese. I militari hanno
documentato diversi incontri tra il principale indagato e
l'imprenditore, finalizzati alla consegna di denaro.
Gli investigatori hanno individuato anche un altro imprenditore
dell'alessandrino vittima di usura. A lui Monachella, dopo
avergli concesso un prestito di 2000 euro ne voleva indietro
2500 entro un mese, somma restituita in tre settimane.
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