Il Gavi Pisé, uno dei fiori
all'occhiello dell'azienda agricola La Raia, continua ad
evolversi. Questa volta con un passaggio in botte di rovere da
25 ettolitri "per scoprire - spiega Piero Rossi Cairo, della
famiglia proprietaria - cosa ancora può rappresentare questo
Cortese, il nostro cru più importante, dal 2005 e solo nelle
annate migliori". Il 2018, presentato in questi giorni, è il
risultato dell'evoluzione, "sorprendente: struttura nitida, una
longevità ancora maggiore e una esplosione di profumi e colori
che richiamano l'aria intrisa dei fiori che crescono alla Raia".
Del Gavi Pisé si affina anche l'etichetta vestita del disegno
degli steli d'erba che crescono tra i filari, sui quali si posa
il saltimpalo, l'uccellino simbolo della Raia. Il 'pisè, è
invece il nome della tecnica di costruzione della cantina con la
terra cruda.
Il vigneto dove nasce il Gavi Pisé è tra i più antichi della
tenuta, a 300 metri sul livello del mare, su un promontorio a
sud particolarmente vocato alla coltivazione del vitigno
autoctono Cortese. In tutto la tenuta si estende, nei territori
di Gavi e Novi Ligure, per 180 ettari, dei quali 48 a vigneto
(per tre tipi di Gavi docg e due di Barbera doc), 60 a
seminativo, i restanti occupati da pascoli, boschi di castagno,
acacia e sambuco, habitat di tanti animali selvatici. La Raia è
anche un'oasi di biodiversità per le api e gli altri insetti
impollinatori e l'azienda agricola produce tre mieli biologici.
Sulla strada della sostenibilità green, la Raia si è dotata, nel
marzo 2021, di 136 kWp di pannelli fotovoltaici, pari a
un'estensione di 700 metri quadri, installati sul tetto della
cantina. La produzione annua è pari a 160mila kWh. Dal 2013
esiste anche la Fondazione La Raia arte cultura territorio,
voluta dalla famiglia Rossi Cairo e diretta da Ilaria Bonacossa.
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