Il gioco come strumento educativo,
ma anche come opera d'arte e mezzo per tramandare la memoria: è
questo il tema della mostra "Giocare a regola d'arte", dal 27
ottobre al Museo della Ceramica di Mondovì.
Il progetto espositivo, curato da Ermanno Tedeschi, in
collaborazione con Christiana Fissore, direttrice del Museo di
Mondovì, e da Pompeo Vagliani, direttore del Musli (Museo della
Scuola e del Libro per l'Infanzia) di Torino, fa parte di un
programma più ampio, partito nel 2019 da Palermo con la mostra
Bimbumbam, che proseguirà al Mann - Museo Archeologico di
Napoli, al Negev Museum di Be'er Sheva in Israele e all'Art
Museum - Man di Shanghai. I giocattoli, le opere d'arte, i
libri, i fumetti e le fotografie esposti, dialogano con gli
spazi del Momuc, coinvolgendo i visitatori in un percorso
divertente e interattivo alla scoperta del "giocare".
La mostra si articola in sei sezioni: il gioco come mezzo
per tramandare la memoria: Matilde e l'ospedale delle bambole;
il gioco di tornare bambini: la piazza di Mondovì e le bimbe di
Margherita Grasselli; arte o gioco? entrambi!; il gioco per
diventare grandi: il gioco che educa, il gioco per tornare
bambini; il gioco semplice; la stanza dei giochi: il gioco degli
adulti. Ci sono poi focus specifici: Topolino, Pinocchio, il
gioco degli Scacchi, il gioco d'azzardo contrapposto al gioco
del risparmio. Una sezione speciale sarà dedicata alla storia
del chiodino Quercetti: il visitatore, che avrà a disposizione
migliaia di chiodini colorati, sarà invitato ad inserirli in
autonomia nelle tavolette traforate appese a muro, per
riprodurre l'immagine del gallo, simbolo di Mondovì e del Museo
della Ceramica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA