Slitta di un anno, per decisione
della commissione parlamentare nominata dal ministro della
Giustizia Marta Cartabria, l'introduzione dei meccanismi
previsti dal nuovo Codice della Crisi di impresa, che per
prevenire ed evitare il fallimento delle aziende rafforza il
ruolo di controllo del revisore contabile. A causare il rinvio,
oltre alle difficoltà delle imprese per la pandemia, l'imminente
entrata in vigore della normativa europea, che avrebbe potuto
costringere il legislatore italiano a mettere ancora una volta
mano alle norme.
"Il Codice introduce un sistema virtuoso che potrebbe, in
futuro, evitare a moltissime aziende di scivolare nel baratro
del fallimento - osserva Barbara Negro, Partner di Revi.Tor -
fornendo tutti gli strumenti necessari a individuare e
correggere tempestivamente i motivi della crisi aziendale ma in
questo contesto, fortemente penalizzato e influenzato dal
Covid-19, il rischio sarebbe stato quello di avere imprese già
pronte e quindi in grado di sfruttare un vantaggio competitivo e
altre in ritardo che avrebbero corso seri rischi. Inoltre
occorre valutare che cosa prevederà la nuova normativa europea
in materia di fallimento cui il nostro ordinamento giuridico
dovrà per forza adeguarsi. L'invito che posso fare a chi non ha
ancora nominato un revisore contabile è quello di provvedere al
più presto, perché tale figura resterà comunque centrale nella
gestione della crisi e nella valutazione e nel controllo degli
indicatori di allerta".
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