La Corte d'Appello di Torino,
sezione civile, con sentenza del 22 giugno scorso, ha
integralmente riformato la sentenza di primo grado che aveva
condannato il deputato e vicesegretario della Lega Andrea Crippa
a risarcire il Museo Egizio per un video pubblicato sui social
nel 2018. Crippa, pertanto, non dovrà alcun risarcimento al
Museo.
La "provocazione" dell'esponente leghista contenuta nel video
- una telefonata in vivavoce all'Egizio per ottenere
informazioni su eventuali agevolazioni in corso - era nata come
protesta all'iniziativa della Fondazione che prevedeva per chi
parlava in lingua araba biglietti per due persone al prezzo di
uno.
La sentenza della Corte d'Appello di Torino, ispirandosi ai
principi costituzionali posti a tutela del diritto di critica
politica - ha evidenziato, in una nota, l'avvocato Davide
Perrotta, legale del deputato - ha, a chiare lettere,
riconosciuto che l'onorevole Crippa ha "legittimamente
esercitato il proprio diritto di criticare l'iniziativa di
un'importante e prestigiosa agenzia culturale cittadina avente,
proprio per questo, un oggettivo impatto sociale e lato sensu
politico".
La sentenza ha altresì riconosciuto che il linguaggio
utilizzato dall'onorevole Crippa è stato "di certo mai
offensivo, ingiurioso e turpiloquiale, nel legittimo esercizio
del diritto di critica politica", condividendo la precedente
decisione del Gip di Torino, che, nell'archiviare il
procedimento penale sollecitato dal Museo, ha negato che la
condotta dell'onorevole Crippa "sia mai trasbordata nell'offesa
'personale' e gratuita ai danni della Fondazione", affermando,
anzi, che l'on. Crippa ha portato avanti la propria iniziativa
"senza mai superare il perimetro dell'esercizio del diritto di
critica".
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