"Alex ci ha difesi e ci ha salvato
la vita. Se non fosse per lui non sarei qui". E' quanto ha
detto oggi Maria Caiola, moglie di Giuseppe Pompa, il 52enne
ucciso a coltellate dal figlio il 30 aprile 2020. L'occasione è
stata la ripresa del processo, a Torino, dove il giovane è
imputato di omicidio.
"Mio marito - ha detto la donna - era un violento, malato di
gelosia al punto che mi chiamava in continuazione mentre mi
trovavo a lavoro e mi spiava". Maria ha rievocato dieci anni di
violenze e maltrattamenti. "Non ho mai denunciato il suo
comportamento perché avevo paura delle conseguenze. Aveva
bisogno di un aiuto psicologico". Secondo la donna Alex durante
il lockdown ha patito particolarmente le sfuriate quotidiane,
mentre il fratello Loris andava a lavorare. "Alex faceva lezione
in Dad e lui dall'altra stanza urlava".
In aula sono state ascoltate le registrazioni, realizzate dai
figli nel corso degli anni, delle liti.
"La sera del 30 aprile - ha raccontano con la voce rotta
dalle lacrime - gli ho detto che volevo separarmi e lui è andato
su tutte le furie. Sentivamo dentro di noi che lui ci avrebbe
ammazzato. Era una furia, una litigata peggiore del solito. Mi
sono allontanata e sono andata in bagno per struccarmi. Ho
sentito che mio marito urlava 'Fatevi sotto', e ho sentito che
si azzuffavano".
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