Con un flash mob in tutte le
stazioni sciistiche piemontesi, maestri di sci, operatori e
amici della montagna hanno richiamare l'attenzione
"sull'importanza del comparto neve per l'economia dei territori
montani". Un grido d'allarme rappresentato dagli atleti degli
Sci Club locali che a Bardonecchia hanno disegnato il simbolo di
SOS a 2.400 metri di quota per poi scendere dalle piste fino in
paese.
"Per l'ennesima volta - dice Nicola Bosticco ad di Colomion
Bardonecchiaski - la sera prima dalla riapertura siamo stati
fermati senza preavviso né rispetto per le tante spese
intraprese, né per i lavoratori degli impianti beffati
nuovamente e senza un euro di ristoro da marzo 2020. E' sempre
mancata una pianificazione con noi. Ci siamo sentiti del tutto
presi in giro".
Bosticco sottolinea come "l'aggravio di costi sia stato
pesantissimo per un comparto chiuso per dpcm a differenza delle
altre attività outdoor individuali. Serve tempestività da parte
del nuovo Governo se si vuole arrestare una crisi che rischia di
prolungarsi negli anni. Occorrono certezze immediate e non
l'ennesimo annuncio poi disatteso di una possibile partenza al 5
marzo prossimo".
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