Vini tra i più prestigiosi al
mondo, Barolo e Barbaresco, in pegno come garanzia per ottenere
nuovo credito in tempi rapidi. E' lo strumento finanziario messo
a punto dalla Divisione IMI Corporate & Investment Banking di
Intesa Sanpaolo, con un plafond di 50 milioni di euro, in
collaborazione con il Consorzio di Tutela Barolo e Barbaresco
Alba Langhe e Dogliani.
In pratica - è stato spiegato oggi in un webinar - si tratta
di un finanziamento pluriennale e continuativo a 5 anni, con un
periodo di preammortamento, a fronte dell'iscrizione in pegno
delle ultime 3 annate di Barolo e delle ultime 2 di Barbaresco.
Il valore della garanzia è calcolato sulla base del prezzo
delle uve pubblicato dalla Camera di Commercio di Cuneo.
L'operazione si basa sulla struttura giuridica del pegno
rotativo non possessorio su prodotti agricoli e alimentari,
secondo cui il produttore può disporre liberamente del vino dato
in garanzia per tutti i processi di lavorazione e affinamento.
Da quando è scoppiata la pandemia Covid Barolo e Barberesco
hanno subito i danni più rivelanti dalla diminuzione di valore
dei vini, ma sul piano delle vendite il calo è stato più
contenuto rispetto ad altri distretti vinicoli, ha spiegato
Matteo Ascheri, presidente del Consorzio. Nei primi 9 mesi del
2020 la flessione dell'export è stata contenuta al -1,1%.
Per Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Valle
d'Aosta e Liguria di Intesa
Sanpaolo, è "una soluzione su misura per il nostro territorio.
Il vino che si affina in
cantina diventa un attivo nel bilancio dell'azienda: un'idea
semplice, ma che richiede una banca che voglia assumersi il
rischio, un partner affidabile come il Consorzio e il coraggio
dei nostri produttori che comprendono come l'unica via
praticabile sia continuare ad investire in digitalizzazione,
nuovi strumenti di lavoro, formazione, comunicazione".
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