L'arcivescovo di Torino,
monsignor Cesare Nosiglia, interviene nella discussione
scaturita dopo le dichiarazioni del comandante dei vigili urbani
Emiliano Bezzon che ha invitato a non fare più elemosina ai
clochard nel centro di Torino, 'persone che spesso rifiutano un
posto nei luoghi loro offerti dalla città', e per le quali
l'elemosina sarebbe diventata una sorta di 'bancomat'.
"Bisogna cambiare paradigma - dice Nosiglia - perché la crisi
è dura e dietro ai clochard ci sono, ormai, anziani soli,
famiglie monoreddito prive di sussistenza, persone che hanno
perso lavoro e dimenticate. Tutto questo deve essere per noi una
'lezione di solidarietà'". "Solidarietà non è la moneta buttata
là mentre si prosegue il cammino sotto i portici, nessuno mette
in discussione il valore dell'elemosina, ma quel gesto da solo
non basta - aggiunge -. Occorre trovare soluzioni diverse
garantendo a tutti, clochard e no, la libertà che è il nostro
patrimonio prezioso. La tradizione di fraternità e solidarietà
della nostra città e dei santi sociali ci può indicare la
strada. La soluzione - conclude - non può essere trovata solo
nelle strutture organizzative. Il fratello che pernotta nei
cartoni di via Roma deve esser rispettato. Bisogna dare loro
speranza".
Secondo Nosiglia si deve imparare a "parlare, ascoltare,
avviare anche una piccola ma efficace relazione con loro al di
là di ogni pregiudizio".
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