Presidio No Tav oggi a San Didero (Torino), in valle di Susa, per celebrare i 15 anni della protesta di Venaus, sfociata in scontri con le forze dell'ordine, dopo di che il progetto della nuova ferrovia Torino-Lione venne radicalmente cambiato. "Fermarlo (il 'supertreno Tav, ndr) è possibile", resta la convinzione del movimento No Tav, attivo ormai da oltre 30 anni,. Oggi è una data simbolica per i No Tav, che si sono ritrovati per un "8 dicembre di lotta e di futuro" a San Didero per un presidio con polentata finale. Il luogo non è stato scelto a caso, come spiegano gli attivisti: "A San Didero vogliono aprire un cantiere per lo spostamento dell'autoporto di Susa, dove vorrebbero costruire una faraonica stazione internazionale che pochi in realtà useranno veramente". Per questo i No Tav annunciano "non resteremo a guardare".
Un'altra parola d'ordine di oggi riguarda tra i No Tav riguarda la la pandemia. Durante l'assemblea al presidio, infatti, oltre ad evidenziare le ultime misure cautelari che hanno colpito anche esponenti di spicco del movimento, è stato ripetuto che "il denaro sprecato per il Tav servirebbe di più a rafforzare una sanità pubblica".
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