Anche nelle fabbriche
metalmeccaniche piemontesi i contagi da Covid sono in aumento,
le norme sono incerte e il trattamento non è uguale per tutti.
L'allarme arriva dalla Fiom Piemonte che propone un tavolo di
monitoraggio tra le parti sociali "per mettere a profitto le
buone pratiche concordate nella prima fase del contagio e
tutelare la salute dei lavoratori evitando di richiudere le
fabbriche".
"I comportamenti cambiano da Asl ad Asl. Non è possibile che
in alcuni casi oggi si utilizzino istituti mutualistici e in
altri siano i lavoratori a pagare la quarantena utilizzando i
propri permessi e le ferie", afferma Giorgio Airaudo, segretario
generale della Fiom Piemonte. Secondo un'indagine 'empirica'
della Fiom su 167 aziende monitorate in quasi la metà (79), ci
sono lavoratori contagiati e/o in quarantena fiduciaria. Solo in
66 ci sono protocolli per la sicurezza definiti con Rsu e Rls,
63 aziende utilizzano lo smart working negli uffici per il 50%
degli impiegati.
"Servirebbero comportamenti univoci per non alimentare panico
e paure. Senza dimenticare i lavoratori fragili con patologie
pregresse per i quali andrebbero previsti percorsi di tutela
preventiva di fronte alla crescita dei contagi", sottolinea
Airaudo.
"Tra i lavoratori cresce la rabbia, hanno la percezione di
essere stati lasciati da soli. Spesso chiedono ai delegati
quello che dovrebbero chiedere a un medico. In alcuni casi si
difendono scioperando o mettendosi in malattia", aggiunge Edi
Lazzi, segretario generale della Fiom torinese.
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