I 1.300 dipendenti delle imprese di
bus turistici a noleggio del Piemonte lanciano un grido di
allarme. "Il Governo non ha ancora previsto alcun sostegno per
il comparto, escludendolo dal settore del turismo. E' a rischio
la nostra sopravvivenza", affermano. Le 230 aziende fanno i
conti con un fatturato azzerato e 1.200 mezzi bloccati nei
parcheggi dall'inizio del lockdown,. La stagione lavorativa, già
fortemente compromessa, non ha al momento alcuna prospettiva di
ripartenza.
"Il 23 febbraio è stato uno choc. L'impatto del Covid-19 è
stato immediato e ha cancellato un anno di lavoro - spiega Fabio
Figus del Comitato Bus Turistici Italiani in Piemonte - la
nostra attività si concentra, per oltre il 50%, nel periodo da
marzo a giugno e almeno per l'80% da marzo a ottobre.
Probabilmente ripartiremo nella primavera del 2021. Nel
frattempo i nostri autisti, professionisti specializzati, stanno
cercando alternative di lavoro nel comparto merci o nel
trasporto pubblico. Il nostro comparto rappresenta il 40% del
settore trasporti, ma gli aiuti economici sono destinati
soltanto al Tpl". E oltre al danno economico, mancano linee
guida per la sicurezza a bordo. "Una ripartenza è al momento
impossibile - aggiunge Figus - non abbiamo certezze sul
distanziamento da garantire sui bus. Lo stato di crisi del
comparto può sfociare in un dramma sociale, danneggiare il
turismo e compromettere il futuro della mobilità. Occorre
un'azione mirata, tempestiva, decisa e concreta".
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