"Le nostre strutture operano da
circa un mese in condizioni di emergenza, come del resto tutto
il sistema sanitario. Credo sia ingeneroso, oltre che scorretto
e intempestivo, scaricare sulle strutture - anche a livello
mediatico - le responsabilità di una tragedia che colpisce
tutti". Lo afferma all'ANSA Paolo Spolaore, di Confindustria
Piemonte Sanità, designato oggi dalle dieci associazioni
datoriali del settore Rsa come rappresentante nell'Unità di
crisi regionale per l'emergenza coronavirus.
"In tutto il Piemonte ci prendiamo cura di circa 50mila
persone e stiamo operando nel massimo rispetto delle linee guida
regionali", afferma Spolaore, critico sulle stime dei contagi
tra gli anziani ospiti delle strutture circolati in queste ore.
"Un vero screening ancora non è stato fatto - spiega - perché
non è stato possibile fare tamponi su larga scala. E' necessario
svolgere un approfondimento su tutta la popolazione presente
nelle strutture sia ospiti sia personale dipendente".
Per Spolaore, le residenze sanitarie assistenziali sono un
"avamposto" della sanità mondiale impegnata ad affrontare la
pandemia. "I nostri ospiti sono persone in età avanzata -
osserva - che presentano fattori di rischio più marcato rispetto
alla media della popolazione. E' quindi auspicabile un supporto
e un'integrazione in termini di personale e forniture di
dispositivi di protezione personale. E' inoltre indispensabile
valutare insieme alla Regione l'approntamento di terapie
specifiche per i casi più gravi".
Alcune strutture sono finite nel mirino della magistratura.
"Non mi permetto di entrare nel merito di situazioni che non
conosco direttamente - commenta Spolaore - Vorrei però
sottolineare che le Rsa svolgono un ruolo prezioso,
indispensabile al welfare del nostro Paese. Vorrei quindi fare
un appello alle istituzioni, ai sindacati e ai famigliari dei
nostri ospiti affinchè tutti insieme - conclude - lavoriamo per
combattere il vero nemico, il virus".
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