Un team internazionale
dell'Institut national de la recherche agronomique (Inra), di
cui fanno parte anche ricercatori italiani del Cnr di Torino e
Perugia, dell'Università di Torino, Bologna, L'Aquila e Parma,
ha sequenziato i genomi di pregiate specie di tartufo, tra cui
il tartufo bianco piemontese. I risultati, pubblicati sulla
rivista Nature Ecology & Evolution, hanno permesso di
decodificare il Dna di uno dei cibi più aromatici e costosi al
mondo. Dallo studio è emerso che, in confronto ad altri funghi,
i tartufi hanno un numero inferiore di geni che degradano le
cellule delle piante su cui vivono, rispettando gli alberi che
li ospitano. Il segreto del loro aroma, inoltre, risiede nella
regolazione di una molteplicità di geni coinvolti nella
produzione di composti organici volatili che attraggono gli
animali, in particolare cani e maiali. Lo studio fa parte di
un'iniziativa che vuole sequenziare mille genomi fungini entro 5
anni, per comprendere meglio l'evoluzione e il ciclo di vita dei
tartufi.
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