(dell'inviata Manuela Tulli)
(ANSA) - CHMELNYZKYJ, 07 MAG - Il caseggiato di tre piani è
stato già tirato su, ora il cantiere è al lavoro per completare
gli ambienti interni. Siamo a Chmelnyzkyj, nell'Ucraina
centrale, dove aprirà, subito dopo l'estate, il primo centro
della Chiesa per curare i militari traumatizzati dalla guerra e
anche coloro che resteranno mutilati ed avranno bisogno di
riabilitazione. Il progetto è della diocesi di
Kamianets-Podilskyi. In realtà il cuore del progetto è un nuovo
seminario ma, a partire dal 24 febbraio, la situazione del Paese
è cambiata e la Chiesa ha deciso di fare posto, accanto ai
locali per i futuri sacerdoti, ad un ospedale che dovrà curare
le ferite più profonde della guerra, quelle che lasceranno
traumi e disabilità, che richiederanno psichiatri e
fisioterapisti.
La prima pietra del seminario, intitolato allo Spirito Santo,
e che ospiterà i religiosi e gli studenti che attualmente sono
nella vicina Horodok, era stata posta nel 2019, "ma tra il Covid
e gli stop legati ciclicamente alla necessità di recuperare
finanziamenti, i lavori sono stati rallentati", spiega don
Iaroslav, il vice rettore. Ora carpentieri e muratori lavorano
incessantemente, un paradosso in un Paese che vede in questi
giorni infrastrutture e abitazioni cadere giù per le bombe. Qui
si costruisce, poco lontano si distrugge.
Ma a settembre "sarà completato. Per i seminaristi ricomincia
l'anno di formazione ma l'esigenza più urgente - spiega all'ANSA
don Oleksandr Khalayim, padre spirituale del seminario e anche
cappellano militare - è curare subito i soldati", i primi
esposti ai traumi della guerra. A sostenere la realizzazione del
seminario, che dividerà i suoi spazi con l'ospedale per i
militari, è anche la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che
Soffre. "Questo è un grande investimento per Acs - spiega il
direttore Alessandro Monteduro in questi giorni in missione in
Ucraina - e la fondazione, che ha sostenuto il progetto del
seminario fin dal 2019, trasferirà, nel mese di giugno, un
ulteriore finanziamento di 500mila euro". La struttura dunque
"sarà al servizio non solo della Chiesa cattolica ma anche dei
laici, che qui potranno curarsi ma anche incontrare Dio. Dio
piange dove piange l'uomo. Chi ci aiuta è come la Veronica che
asciuga il volto di Gesù Cristo", dice il cappellano. "I traumi
di guerra non passano mai", spiega don Oleksandr riferendo che
la guerra in Donbass, che va avanti dal 2014, ha provocato
"tanti suicidi e una crescita del problema dell'alcolismo tra i
giovani che tornano dal fronte". Per questo si ha fretta di
realizzare una struttura ospedaliera che possa alleviare le
conseguenze di una guerra che ha già prodotto morte, distruzione
e milioni di profughi, interni e all'estero. In arrivo anche i
macchinari specializzati per la 'palestra' dove si farà
riabilitazione.
I seminaristi che entro la fine dell'anno si trasferiranno
nel nuovo seminario sono una quarantina; altrettanti i posti di
accoglienza dell'ospedale. In tutto la struttura può ospitare un
centinaio di persone.
E sempre per l'emergenza guerra un'ala della palazzina ora è
diventata un centro logistico per smistare aiuti che qui
arrivano, soprattutto dalla Polonia e dagli altri Paesi
dell'Europa, e che vengono destinati alle zone dell'Ucraina più
in difficoltà a causa dell'offensiva dell'armata russa. "Siamo
al centro del Paese, vicino all'arteria stradale principale, da
qui siamo in grado di raggiungere tutti", spiega l'economo, don
Viktor. Le scatole accumulate in questi giorni contengono
soprattutto medicine e materiale sanitario. (ANSA).