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Medjugorje, 40 anni di indagini, tra fede e scienza

Il libro di Gaeta per le edizioni San Paolo

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - Il 24 giugno sarà il quarantesimo anniversario delle prime apparizioni a Medjugorje, il centro nel cuore dei Balcani che in questi decenni ha visto un afflusso incessante di pellegrini a seguito delle presunte apparizioni della Madonna. Alla vigilia di questo anniversario è arrivato nelle librerie 'Medjugorje. Scienza e Chiesa' di Saverio Gaeta, il terzo volume di una trilogia sul tema edita da San Paolo.
    La storia di Medjugorje è costellata infatti anche di indagini mediche e scientifiche per verificare la credibilità dei veggenti. La prima visita medica sui ragazzi, che dicevano di aver visto la 'Gospa', Madonna in croato, ci fu il 27 giugno 1981, appena tre giorni dopo la prima apparizione.
    Nell'ambulatorio di Citluk, il dottor Ante Vujevic, dichiarò che "quei giovani erano normali, equilibrati, ben situati nel tempo e nello spazio e non allucinati".
    Da quella prima visita si susseguirono esami di psicologi, psichiatri, test per appurare la salute mentale, la loro affidabilità, la relazione interna al gruppo che si era formato intorno all'evento, Nel 1984 si svolsero anche alcuni sopralluoghi da parte di un gruppo di medici italiani. Sempre nel 1984, un sacerdote, don Nucolas Bulat, membro della prima Commissione diocesana su Medjugorje, tentò un esperimento "brutale", come lo definisce Gaeta, pungendo con uno spillone una delle veggenti, Vicka, nel corso dell'estasi. La ragazza non ebbe reazione e continuò a pregare. Si contano anche esami successivi nei quali i giovani furono sottoposti ad esami di vista e udito, o del cuore con l'holter, e anche con degli elettrodi. Sostanzialmente non ci fu mai una relazione che dichiarasse l'instabilità mentale dei giovani.
    Nel libro il giornalista e scrittore Saverio Gaeta ricostruisce anche la dialettica tra accettazione e negazione dei fenomeni d parte del Magistero della Chiesa, a partire dalle polemiche, fin dall'inizio, tra i frati francescani, ai quali era affidata la parrocchia di Medjugorje, e la diocesi di Mostar.
    Infine viene ripercorsa la 'Relazione finale' scaturita dal lavoro della Commissione vaticana , guidata dal cardinale Camillo Ruini, incaricata di far luce sui fenomeni delle apparizioni. "La Commissione ha riconosciuto credibili le sette manifestazioni mariane avvenute tra il 25 giugno e il primo luglio 1981. Questo consentirebbe di approvare la veridicità di quanto accaduto", commenta Gaeta.
    Nella relazione di Ruini si evidenziano non tanto problemi legati alla credibilità dei presunti veggenti, quanto un loro "rapporto per alcuni aspetti ambiguo con il denaro". La circostanza che diversi di loro 'vivano' grazie ai pellegrinaggi a Medjugorje, con strutture di accoglienza, è uno degli aspetti che maggiormente ha irrigidito il Vaticano il quale invece, in attesa della pronuncia ufficiale, ha deciso di 'salvare' l'espressione di fede popolare che si è manifestata in questi quarant'anni. Medjugorje è stata infatti inserita tra i luoghi mariani coinvolti nella maratona di preghiera dello scorso maggio per chiedere l'intercessione della Vergine per la fine della pandemia. (ANSA).
   

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