(ANSA) - ROMA, 13 MAR - "Le armi non bastano. Il nostro Paese
rischia di scomparire se non ci difendiamo insieme contro i
terroristi, attraverso la preghiera, l'unità e la solidarietà.
Soltanto così potremo combattere il terrorismo". Così ha
dichiarato padre Pierre Claver Belemsigri, segretario generale
della Conferenza Episcopale di Burkina Faso e Niger ad una
delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre che includeva il
direttore di Acs-Italia Alessandro Monteduro e che ha visitato
il Burkina Faso nei giorni scorsi.
La situazione nel Paese "sta rapidamente precipitando -
commenta Acs - e non si arresta la serie di attacchi jihadisti
che ha già causato la morte di decine di cristiani e ha
costretto centinaia di migliaia di burkinabé alla fuga". Secondo
l'ultimo bilancio ufficiale del 12 febbraio scorso, sarebbero
infatti 765.517 gli sfollati interni, 89.783 famiglie sono
ripartite in 169 campi di accoglienza. Tra i profughi vi sono
369.139 bambini.
Padre Claver nota come negli ultimi venti o trent'anni
l'Islam in Burkina Faso si sia andato trasformando a causa delle
correnti fondamentaliste provenienti dalla penisola arabica: "I
giovani si recano lì per lavorare o studiare e quando ritornano
riportano in patria una diversa visione dell'Islam che ha un
impatto sulla convivenza e la coesistenza tra le diverse
religioni". "Vi sono dei terroristi burkinabé o stranieri che,
pistola alla mano, vogliono far sì che l'intera Africa diventi
islamica. Vogliono perfino introdurre la sharia nel nostro
Paese". Nonostante la persecuzione i cristiani del Burkina Faso
non rinnegano la propria fede. "Al contrario gli attacchi
terroristici contro la nostra comunità - conclude il segretario
della Conferenza episcopale - hanno rafforzato la nostra fede.
Nonostante la loro vita sia minacciata, i fedeli sono fieri di
essere cattolici".(ANSA).