(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 07 MAG - Il Giro d'Italia "non è
un evento soltanto sportivo o sociale: è la storia di un popolo
e di una nazione, anzi ne è la sua celebrazione". Lo sottolinea
l'Osservatore Romano alla vigilia della partenza del nuovo Giro.
"Ecco perché il ciclismo ha bisogno di eroi: per imparare a
sperare, per saper osare oltre i limiti e gli schemi decisi
dall'esterno o dettati da noi", sottolinea il giornale vaticano
che accosta questo sport alla fede.
"La squadra di ciclisti non è mai soltanto un gruppo
sportivo: è una famiglia, una comunità, un cenobio, perché è
ascolto e accoglienza dei nuovi, è crescita dei giovani nei
consigli degli 'anziani', è mentalità da acquisire ed esperienze
da fare, fallimenti da capire e ripartenze da tentare. Si muore
e si risorge nella squadra, nella relazione con i miei compagni
di cammino che vedono qualcosa di me che io non conosco ancora",
nota il giornale della Santa Sede. E allora "non è soltanto un
gioco di parole accostare l'ascesa all'ascesi cristiana: la sua
essenza non consiste forse nel prendersi cura di sé e coltivare
un cuore capace di rinunce, speranze, impegno, umiltà, ma anche
grinta, realismo, ma anche saper osare, saper andare oltre sé
stessi e rinascere?". (ANSA).