(di Fausto Gasparroni)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 06 AGO - Il viaggio di papa
Francesco a Kiev si farà e sarà "prima" della visita del
Pontefice in Kazakhstan, quindi prima del 13-15 settembre
prossimi. Non c'è ancora l'ufficialità, né tanto meno la data
precisa, ma è ciò che lascia chiaramente intendere
l'ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash,
dopo l'udienza del Papa di stamane in Vaticano.
"L'Ucraina da tanti anni, e soprattutto dall'inizio della
guerra, aspetta il Papa e sarà lieta di salutarlo prima del
viaggio in Kazakhstan", twitta Yurash, confermando in sostanza
quelle che erano le previsioni: cioè che Francesco non si
sarebbe potute recare a Kiev "dopo" l'incontro col patriarca di
Mosca Kirill che avverrà a Nur-Sultan, capitale del Kazakhstan,
il 14 settembre prossimo, nell'ambito del 7/o Congresso dei
Leader delle religioni mondiali e tradizionali. In altre parole,
una visita in Ucraina dopo l''abbraccio' con uno dei principali
sostenitori della guerra di Putin, cioè il patriarca Kirill,
sarebbe stato autentico fumo negli occhi per gli ucraini. Meglio
quindi evitare incomprensioni e attriti e accelerare i tempi
della missione in terra ucraina, che entra così nella fase della
piena preparazione.
D'altronde l'ambasciatore Yurash, sempre via Twitter,
diffonde anche "le importanti parole importanti di Papa
Francesco espresse durante l'incontro di oggi": "Sono molto
vicino all'Ucraina e voglio esprimere questa vicinanza
attraverso la mia visita in Ucraina", ha detto il Pontefice al
rappresentante diplomatico.
Non delude le attese, quindi, l'incontro di stamane, fissato
proprio per concordare la possibilità e le modalità del viaggio
che il Pontefice intende compiere a Kiev, come aveva anticipato
nei giorni scorsi ai giornalisti il segretario vaticano per i
Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher.
L'udienza di oggi doveva servire a sciogliere i nodi ancora
esistenti sulla visita, compreso il periodo, se in questo mese
di agosto o in seguito. Sarà comunque il Papa a decidere la
data. "Anche io sono in attesa di conoscere meglio le cose",
aveva affermato il 'ministro degli Esteri' vaticano parlando con
i cronisti al seguito durante il recente tour del Pontefice in
Canada.
Il viaggio in Ucraina, aveva sottolineato il prelato
britannico, si farà sicuramente in treno, esattamente come hanno
fatto anche altri leader europei, visto che in aereo vi
sarebbero problemi insormontabili legati alla sicurezza. Il
convoglio potrebbe partire dalla Polonia oppure dalla Romania e
potrebbe ospitare a bordo anche un gruppo ristrettissimo di
giornalisti, "immagino giornalisti vaticani e ucraini, ma non è
stato deciso nulla", aveva aggiunto Gallagher.
Va avanti così, in modo concreto, la tessitura di papa
Francesco della rete di dialogo che, nelle sue intenzioni,
dovrebbe condurre a una de-escalation della guerra e a una
possibile cessazione delle ostilità. Mentre non si stanca di
ripetere che "l'unica cosa ragionevole da fare sarebbe fermarsi
e negoziare", ed auspicare "che la saggezza ispiri passi
concreti di pace", Bergoglio si appresta a fondamentali passi
diplomatici come l'incontro col presidente ucraino Volodymyr
Zelensky a Kiev, ormai quindi imminente, e a quello del 14
settembre in Kazakhstan col patriarca di Mosca e di tutte le
Russie Kirill, verso il quale non sono mancate finora prese di
distanza rispetto all'appoggio della guerra d'invasione, come
quel "chierichetto di Putin" rifilatogli dal Papa in
un'intervista.
Ma un riavvicinamento con Kirill, che a quanto è parso
nell'incontro di ieri del Papa col 'numero due' del Patriarcato,
metropolita Antonij, trova disponibilità anche dalla controparte
moscovita, avrebbe per il Pontefice un significato fondamentale
non solo sul piano del dialogo e dei rapporti ecumenici: bensì
anche come porta d'accesso per l'altra grande missione di pace
che Francesco si prefigge, volare a Mosca e incontrare Vladimir
Putin. (ANSA).