(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 26 MAG - Al World Economic Forum
in Davos, Unilever e il Global Solidarity Fund hanno annunciato
il lancio della loro partnership in Colombia. Si tratta di una
intesa "innovativa tra il settore privato e le organizzazioni
religiose per lavorare con le comunità al fine di trasformare e
stimolare l'economia e sostenere le popolazioni più vulnerabili
attraverso l'inclusione di migranti e rifugiati nella forza
lavoro", spiegano i promotori. L'annuncio si è svolto durante
l'evento "Job Creation on the Edges: Refugees, Markets & the
Power of Partnerships".
Alan Jope, Ceo di Unilever ha sottolineato: "La nostra
partnership con il Global Solidarity Fund per portare in
Colombia una iniziativa di successo come 'Transform' riflette la
comune ambizione di creare un'economia più inclusiva attraverso
opportunità di formazione e di impiego per lavoratori ai
margini, inclusi migranti e rifugiati". Fondata nel 2015,
"Transform lavora per accelerare le imprese a impatto sociale,
combinando finanziamenti e supporto per rispondere alle più
grandi sfide di sviluppo del mondo con soluzioni basate
sull'economia di mercato". E' già attivo nell'Africa
subsahariana e nell'Asia meridionale.
In Colombia, Unilever e il Global Solidarity Fund offriranno
alle imprese sociali colombiane un supporto finanziario e
commerciale per migliorare i modelli di business sociale,
incluso l'accesso a reti commerciali, tecnologia e competenze in
materia di cambiamento del comportamento, nel marketing e nelle
vendite, nella distribuzione.
Marta Guglielmetti, direttrice esecutiva del Global
Solidarity Fund ha commentato: "La partnership stretta con
Unilever in Colombia è espressione della visione che il Global
Solidarity Fund sta portando avanti insieme e a favore delle
persone più vulnerabili nel mondo. Il Global Solidarity Fund
contribuirà a questa partnership creando il collegamento tra gli
imprenditori e le organizzazioni religiose, verso le quali le
comunità locali ripongono fiducia e che conoscono profondamente
i bisogni e le capacità delle persone migranti e dei rifugiati".
(ANSA).