(dell'inviato Fausto Gasparroni)
(ANSA) - SASTIN (SLOVACCHIA), 15 SET - Mentre "spesso nella
società ci si divide e si è ostili", il mondo ha bisogno di
cristiani "tessitori di dialogo laddove le posizioni si
irrigidiscono", che "diffondono il buon profumo dell'accoglienza
e della solidarietà, laddove prevalgono spesso gli egoismi
personali e collettivi", "che proteggono e custodiscono la vita
dove regnano logiche di morte". A conclusione del suo viaggio in
Slovacchia, dopo la tappa-lampo di domenica a Budapest, papa
Francesco lancia nuovamente dal "cuore dell'Europa" un appello
all'"accoglienza" e alla "solidarietà", che devono essere
componenti essenziali dell'identità cristiana del continente.
Il Papa lo fa durante il suo pellegrinaggio conclusivo al
Santuario nazionale di Sastin - circa 70 km a nord della
capitale Bratislava -, la Basilica dedicata alla Vergine dei
Sette Dolori, patrona della Slovacchia, di cui proprio oggi
ricorre la solennità. Dopo un momento di preghiera in privato
nel Santuario originario del XVI secolo con i vescovi della
Slovacchia, in cui affida alla Vergine il Paese e la sua Chiesa,
Francesco celebra la messa solenne davanti a una grande folla
sulla spianata poco distante. E l'omelia è tutta un richiamo
alle prerogative "compassionevoli" che deve avere una fede
autentica e "sincera", non "con il piede in due scarpe" ma
radicata sui valori evangelici, nonché legati alla figura
mariana.
"La Vergine è modello della fede di questo popolo slovacco -
afferma -: una fede che si mette in cammino, sempre animata da
una devozione semplice e sincera, sempre in pellegrinaggio alla
ricerca del Signore". "E, camminando - spiega -, voi vincete la
tentazione di una fede statica, che si accontenta di qualche
rito o vecchia tradizione, e invece uscite da voi stessi,
portate nello zaino le gioie e i dolori, e fate della vita un
pellegrinaggio d'amore verso Dio e i fratelli". Con una
sollecitazione anche ai vescovi e ai preti a "non fermarsi",
perché altrimenti "ammalano la Chiesa, ammalano il popolo di
Dio".
"Non si può ridurre la fede a zucchero che addolcisce la
vita", avverte ancora Francesco. E dopo l'invito a far
"risplendere la vita fraterna", a essere "tessitori di dialogo"
e promotori "dell'accoglienza a della solidarietà", contro ogni
chiusura, ostilità e divisione, ribadisce che "anche noi,
guardando la Vergine Madre Addolorata, ci apriamo a una fede che
si fa compassione, che diventa condivisione di vita verso chi è
ferito, chi soffre e chi è costretto a portare croci pesanti
sulle spalle". Una fede "che non rimane astratta", ma "ci fa
solidali con chi è nel bisogno".
Subito dopo la messa, il Pontefice va all'aeroporto di
Bratislava da dove, salutato dalla presidente della Repubblica
Zuzana Caputova, riparte per l'Italia. (ANSA).