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Cei: via a Sinodo Italia, "Chiesa vicina a difficoltà Paese"

E sul ddl Zan per la Conferenza episcopale "dialogo aperto"

    "Sono emerse l'urgenza e l'importanza di intraprendere come Chiesa italiana un percorso volto a rafforzare il 'Noi ecclesiale', in armonia con il cammino sinodale della Chiesa universale disegnato dal Papa". E' con questo spirito, espresso nel comunicato finale, che la 74/a Assemblea generale della Cei, conclusasi oggi a Roma, ha dato il via ufficiale al Sinodo della Chiesa italiana, più volte sollecitato dal Papa.

    A tal fine, il consesso di oltre 200 presuli della Penisola ha votato una mozione: "i vescovi italiani danno avvio, con questa Assemblea, al cammino sinodale secondo quanto indicato da Papa Francesco e proposto in una prima bozza della Carta d'intenti presentata al Santo Padre". Al tempo stesso, "affidano al Consiglio Permanente il compito di costituire un gruppo di lavoro per armonizzarne temi, tempi di sviluppo e forme".

    Il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha detto in conferenza stampa che questo cammino sinodale rappresenta "una conversione pastorale a 360 gradi, basata sulla parola di Dio, il Vangelo e le condizioni degli uomini di oggi", e ricordando un documento come la Gaudium et Spes ha sottolineato che "le gioie, le speranze, ma anche i dolori e le tragedie degli uomini di oggi sono anche della Chiesa".

    Per Bassetti, "non si arriva a questo Sinodo in maniera improvvisata", visti anche i congressi come quelli di Verona e di Firenze e i temi e i metodi allora adottati. Ma soprattutto esso "si innesta nel lockdown, con i tanti problemi che ci sono per tanta gente, e anche con il bisogno di riconciliazione, vista la fragilità di tante famiglie e aspetti come l'inverno demografico". "Il cammino sinodale che abbiamo iniziato - ha aggiunto il presidente della Cei - e che andrà avanti insieme con quello di tutta la Chiesa, proclamato da papa Francesco, vuole essere una carezza materna della Chiesa alla gente che in questo momento è in estrema difficoltà".

    Rispondendo sulla possibilità che temi in discussione in Germania (celibato sacerdotale, ordinazione femminile, morale sessuale, ecc.) entrino anche nel Sinodo italiano, Bassetti ha detto che "il nostro parte da condizioni molto diverse da quello della Germania, che ha affrontato alcuni problemi, ma molto particolari". "Io credo che i problemi di fondo della nostra gente siano ben altri - ha osservato -: la solitudine, l'educazione dei figli che non sa più da che parte rifarsi, la Chiesa madre che educa, i problemi di chi non arriva in fondo al mese perché non ha il lavoro, i problemi di fragilità famiglie, che rischiano di disgregarsi".

    Secondo il presidente della Cei, "i temi del celibato obbligatorio, del sacerdozio alle donne, non sono i problemi fondamentali che in questo momento attanagliano la Chiesa e l'umanità". E sul cammino sinodale italiano, ha proseguito, "il Papa ha insistito perché fosse 'dal basso verso l'alto' e 'dall'alto verso il basso': cominciamo dalle parrocchie, dalle diocesi, arriverà una risposta anche dai vescovi, ma non una risposta dall'alto, l'abbiamo fatto tutti insieme".

    "Io sono convinto - ha aggiunto - che la sinodalità potrà rinnovare la Chiesa dal di dentro. E' una responsabilità grandissima. Non si possono eludere i problemi. La gente deve sentire che la Chiesa è una mamma che ti tiene per mano. Altrimenti li perdiamo".

    I vescovi, come si evince dal documento conclusivo, sono anche consapevoli che il Covid "ha tolto il velo da alcune dinamiche latenti nella Chiesa italiana - fotografate da diverse indagini e statistiche - tra cui, ad esempio, la riduzione della partecipazione attiva alle celebrazioni e alla vita ecclesiale".

    E in questa società "che può dirsi 'scristianizzata'", dove però "emerge anche una domanda di Dio, non sopita ma desiderosa di essere colta", per i vescovi il tempo attuale diventa "un'occasione propizia per rinnovare la Chiesa". Come punto di confronto viene indicato proprio un nodo-chiave come il Ddl Zan contro l'omofobia: e tenendo fisso il principio che la dignità umana "prescinde dalla provenienza geografica, dall'orientamento sessuale e dalle condizioni sociali", sul controverso Ddl i vescovi "hanno convenuto sulla necessità di un 'dialogo aperto', auspicando una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative, che coniughi il rifiuto di ogni discriminazione con la libertà di espressione".

    "L'auspicio che faccio come vescovo - ha commentato Bassetti - è che le divergenze non devono acuirsi, altrimenti si arriva allo scontro, ma devono comporsi, perché la persona dev'essere sempre rispettata".

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