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Papa: divario economico non decida a chi va il vaccino

Messaggio ai media, "per raccontare realtà occorre andare a vedere"

    "Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia è necessario uscire dalla comoda presunzione del 'già saputo' e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto". Contiene fondamentali indicazioni per i media e il giornalismo il Messaggio di papa Francesco per la 55/a Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebra il 16 maggio, diffuso oggi alla vigilia della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

    Il tema è "'Vieni e vedi' (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono", e proprio la chiamata a "venire e vedere" è il "suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale".

    Il Papa rende un forte ringraziamento "al coraggio e all'impegno" di tanti giornalisti e cineoperatori "che spesso lavorano correndo grandi rischi" e cui si deve "se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate".

    "Sarebbe una perdita non solo per l'informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno - avverte Francesco -: un impoverimento per la nostra umanità".

    Un aspetto, questo, ancora più cruciale proprio nell'attuale fase storica. "C'è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una 'doppia contabilità' - denuncia Bergoglio -. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti".

    "Chi ci racconterà l'attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell'Asia, dell'America Latina e dell'Africa? - chiede - Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l'ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza". "Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto", lamenta il Papa.

    Un forte monito riguarda anche le "insidie del web", di cui si riconosce pure l'enorme potenziale, e in particolare le 'fake news'. "Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere", afferma Francesco sui "rischi di una comunicazione social priva di verifiche", in cui "le notizie e persino le immagini sono facilmente manipolabili", "anche solo per banale narcisismo". Senza voler "demonizzare lo strumento", occorrono "una maggiore capacità di discernimento" e "un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti".

    Sul grande tema dell'informazione, infine, il Papa fa suo il disappunto sul "rischio di un appiattimento in 'giornali fotocopia' o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell'inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione preconfezionata, 'di palazzo', autoreferenziale".

    Il Pontefice constata come "la crisi dell'editoria rischia di portare a un'informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più 'consumare le suole delle scarpe'".

    Per il Papa, "il 'vieni e vedi' è il metodo più semplice per conoscere una realtà". Nella comunicazione, insomma, "nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona". Con un'ultima avvertenza: "La parola è efficace solo se si 'vede' - conclude -, solo se ti coinvolge in un'esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il 'vieni e vedi' era ed è essenziale. Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica".

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