Ci sono anche due software, uno che regola i tempi dell'innaffiamento a seconda delle previsioni meteo per evitare sprechi d'acqua e l'altro che monitorizza e 'sorveglia' il patrimonio arboreo, nel progetto dei Giardini bio del Vaticano. Ma l'obiettivo, raggiunto già al 95%, della riorganizzazione in senso biologico della vasta area di 15 ettari di verde all'interno delle mura leonine (25 mila alberi, 15 km di siepi), è innanzitutto quello di ricostruire un ecosistema equilibrato dove la flora torna ad essere rigogliosa grazie ai suoi cicli naturali. "Ai giardini bio abbiamo cominciato a lavorare nel 2017 - racconta all'ANSA il responsabile del servizio Giardini, Rafael Ignacio Tornini, nei giorni in cui si celebra il Sinodo dei vescovi sull'Amazzonia, così sensibile alle tematiche ambientali -, il progetto è già a regime per il 95%, però dobbiamo dargli un tempo di quattro anni per svilupparlo il più possibile".
Ma esattamente che cosa vuol dire Giardini bio? "Vuol dire avere a cuore la flora a 360 gradi. Partiamo da una corretta potatura delle piante, passiamo a una concimatura adeguata e a un apporto idrico equilibrato. Così riusciamo a contenere anche molte malattie delle piante che sono trattate con prodotti di origine naturale o ammessi nell'agricoltura bio". "Già nel 2015 - spiega - avevamo abolito il glifosato all'interno dello Stato della Città del Vaticano, cioè i diserbanti chimici, e si era optato per l'utilizzo di prodotti naturali. Abbiamo agito anche con la rimozione manuale delle erbacce. Ma nel 2017 abbiamo approfondito ancora di più l'esperienza del passato concentrandoci sulle informazioni che nel frattempo la scienza ci ha dato su tutta una serie di malattie".
Lo scopo è creare un ambiente verde che oltre a salvaguardare le piante, tuteli anche gli operatori e i turisti che visitano i Giardini, famosi anche per le passeggiate che ancora oggi il Papa emerito, Benedetto XVI, si concede al pomeriggio. I giardinieri 'biologici' della struttura vaticana sono meno di 30. A loro si affianca un gruppo tecnico di 4 persone più un consulente agrario. Papa Francesco, che ha dato l'impulso generale alle politiche 'green' con la sua enciclica sulla tutela dell'ambiente, la "Laudato si'", è a conoscenza del progetto e ha dato la sua benedizione. Qualche esempio nel dettaglio? "Abbiamo portato il tarassaco che attrae predatori e ci aiuta a combattere gli insetti parassiti - illustra Tornini -. Si sta facendo una lotta importante anche contro il punteruolo rosso che è la malattia delle palme. In Liguria con cui abbiamo canali di dialogo, c'è stato un grosso problema in proposito e noi ci appoggiamo molto a quello che loro stanno sviluppando. Stiamo agendo con trattamenti bio anche per le siepi di bosso che sono attaccate dalle farfalle piralide".