A prescindere se si fatto o meno il vaccino, con il Covid non si scherza. E' ciò che pensa l'americana del getto del peso Raven Saunders, detta Hulk, quinta a Rio 2016. Ha infatti alle spalle una lunga storia fatta di depressione che l'ha portata "ai limiti del suicidio" e al ricovero in ospedale. Ma non ha mai mollato e continua a essere protagonista nel suo sport e con il secondo posto nei Trials Usa ha conquistato il diritto di gareggiare anche a Tokyo. Dove oggi si è presentata sulla pedana dell'Olimpico indossando una mascherina protettiva più simile a una maschera antigas che a quelle che di solito indossano gli atleti statunitensi qui a Tokyo.
La Saunders si è qualificata per la finale vincendo la propria serie con la misura di 19.22, e poi, commossa, ha spiegato alla NBC che "è stato un lungo viaggio, ero come una che chiamava e nessuno rispondeva. Ero giovane, nera e gay, e me lo facevano pesare al punto che pensavo che al mondo non ci fosse più posto per me. Tante volte piangevo, senza sapere neppure perché". Ora non è più così, lei è l'orgoglio della nazionale Usa, oltre che testimonial della 'National Suicide Prevention Lifeline' e vuole il podio, perché "the 'end goal', come si dice da noi, è vincere una medaglia ai Giochi".