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26 luglio, 20:16Tokyo 2020
Fotoracconto.

Dream Team, Ledecky o Barty, quanti dei giù dall'Olimpo

Sull'Olimpo anche gli dei cadono. La ciclicità dello sport, le peculiarità di un anno segnato dal Covid, una sottovalutazione degli avversari o la più semplice delle giornate storte: si ritrovano un po' tutti questi ingredienti nei grandi flop di questi primi giorni dei Giochi di Tokyo, a partire dallo scivolone degli americani del basket, il più fragoroso ma comunque non fatale. La nazionale discendente dal Dream Team non perdeva alle Olimpiadi dal 2004, quando arrivò al bronzo, senza molte stelle rimaste a casa perché un oro lo avevano già vinto, dovevano sposarsi o erano infortunati. Anche quest'anno, fra defezioni legate a problemi fisici, allo scarso desiderio di richiudersi in una bolla o a altri impegni vari, gli Usa non hanno la migliore squadra possibile. "Nessuna sorpresa", ha tagliato corto coach Greg Popovich dopo la sconfitta con la Francia, convinto che il divario con l'area Fiba si sia progressivamente eroso, come dimostrato dal Mondiale 2019. Per di più, secondo Damian Lillard, gli europei nelle nazionali "sono più liberi di esprimersi, hanno più fiducia" rispetto a quando giocano con le loro squadre in Nba. È ancora difficile non considerare gli americani in gara per l'oro, ma ogni dominio è destinato a finire. A Tokyo è già caduto quello della loro connazionale Kate Ledecky, argento nei 400 stile libero di nuoto dietro la australiana Ariarne Titmus. "Ho dato tutto", ha assicurato la ventiquattrenne, finora imbattuta in gare olimpiche individuali, consapevole che nello sport i migliori sono uno stimolo continuo per la concorrenza. Lo sa anche un'altra americana, Simon Biles, che nella semifinale del corpo libero ha mancato l'appuntamento con la perfezione e riscoperto una degna avversaria nella veterana azzurra Vanessa Ferrari. Un errore pesante lo hanno commesso nel quarto tuffo i due cinesi del sincronizzato dalla piattaforma di 10 metri, e così dopo quattro olimpiadi l'oro è andato altrove. E un calcolo sbagliato è costato caro al giapponese Daiya Seto, tre volte campione mondiale, partito favorito per l'oro nei 400 metri misti di nuoto: è rimasto fuori dalla finale per aver risparmiato energie nella qualificazione. "Pensavo che il mio tempo sarebbe bastato per l'ottavo posto". Pure in questo caso, però, l'asticella si è alzata, di tre secondi rispetto a Rio e di cinque rispetto al Mondiale. L'olandese Annemiek van Vleuten invece ha fatto mea culpa ammettendo di "aver sottovalutato" Anna Kiesenhofer, la dilettante austriaca che ha dominato la gara di ciclismo anche grazie a un algoritmo: non si era accorta che era andata in fuga, e ha esultato come avesse vinto ma era argento. La bolla ha smontato poi le certezze della britannica Jade Jones, stella del taekwondo eliminata al primo turno dall'iraniana Kimia Alizadeh Zenoorin, della squadra dei rifugiati. "Sentivo troppa pressione - ha detto in lacrime -. Di solito c'è la mia famiglia che mi dà una spinta extra quando sono spaventata. Questa volta non c'erano e sono rimasta intrappolata nella paura". Un fiasco pari a quello del francese Yannick Borel, candidato all'oro nella spada, sconfitto dall'egiziano Mohamed Elsayed: "Cinque anni sfumati in cinque minuti". Sorprendente anche l'uscita di scena della numero 1 al mondo del tennis, Ashleigh Barty, che non cerca scuse nel caldo torrido: "È come l'estate in Australia, amo giocare in queste condizioni - ha spiegato dopo il ko al primo turno con la spagnola Sorribes Tormo -. Semplicemente non era la mia giornata".

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