Russi senza bandiera e inno, 'Puntiamo a 40-50 medaglie'

Senza la bandiera, senza l'inno nazionale, ma con l'obiettivo di vincere comunque decine di medaglie. Stanislav Pozdnyakov, a capo del Comitato olimpico russo, indica così l'orizzonte della delegazione di 335 atleti che ai Giochi di Tokyo non potranno gareggiare con il nome Russia sulla divisa per le sanzioni legate allo scandalo del doping.
    "La bandiera nazionale e l'inno sono fattori di motivazione ulteriori... per ogni atleta - ha osservato Pozdnyakov in un'intervista alla Afp -. Ci mancheranno questi elementi ma la squadra è pronta a competere per il podio. Mettiamo in preventivo di vincere fra 40 e 50 medaglie". Un obiettivo in linea con le 56 di Rio 2016 ma ben più basso delle 82 di Londra 2012, ridotte poi a 67 con l'emersione del doping di Stato che ha portato al bando della Russia dalle competizioni internazionali fino a dicembre 2022. A Tokyo gli atleti di Mosca gareggeranno sotto il nome del Comitato olimpico russo, nel logo una fiamma con le strisce rosse e blu, e una musica del compositore Pyotr Tchaikovsky al posto dell'inno.
    Il fatto che non possano indossare i colori della loro nazione è "ingiusto", secondo Pozdnyakov, soprattutto per la nuova generazione di atleti che "non hanno nulla a che vedere con le accuse del 2015". Sono sanzioni "eccessive" ma per il resto il capo del Comitato olimpico russo ha usato toni conciliatori, pur rammaricandosi che il divieto valga anche per la presenza del presidente Vladimir Putin ai Giochi. Pozdnyakov ha elogiato "il lavoro collaborativo" portato avanti dal suo Comitato e dal Cio, sforzi che "hanno reso i nostri atleti felici" consentendogli di competere.