In un clima politico tesissimo, i
tedeschi seguono con ansia i sondaggi in questi giorni, per
capire cosa accadrà fra tre settimane alla urne, mentre la Bild
si chiede se il Paese sia "ancora governabile". Il fiasco di
Friedrich Merz, con la legge sulla stretta sui migranti, in asse
con l'ultradestra di Afd, non avrebbe provocato, per ora, grandi
spostamenti nella Cdu, regalando invece un punto al partito di
Alice Weidel e ai socialdemocratici di Olaf Scholz. Occorrerà
però aspettare i prossimo giorni, per capire come l'elettorato
si orienterà davvero dopo questa infuocata settimana politica,
che si sta chiudendo con una grande manifestazione a Berlino,
dove migliaia di persone protestano proprio contro la Cdu, che
ha messo a rischio il cosiddetto "Brandmauer", il cordone
sanitario che isola l'estrema destra. Stando al sondaggio
dell'Insa, commissionato dal tabloid di Axel Springer, la Cdu
sarebbe in stallo al 30%, mentre Afd avrebbe il 22 (+1) e l'Spd
il 17 (+1). Dati che emergono dai rilevamenti fatti sia giovedì
(dopo la mozione passata al Bundestag grazie ai voti di
Alternative fuer Deutschland) sia venerdì, dopo il fallimento
della proposta di legge, bocciata dai parlamentari. Stando
all'Insa i verdi sarebbero fermi al 12%, Bsw raccoglie un 6% di
consensi (-1) e i liberali avrebbero appena il 4. In generale, i
valori dell'Unione (Cdu-Csu) oscillano fra il 29 e il 30 da
settimane, Afd è data fra il 20 e il 23% (rafforzata soprattutto
dagli endorsement di Elon Musk) , Spd fra 15 e 17%, i Verdi fra
12 e 15%. Fra le questioni aperte c'è anche quella decisiva su
quali colori potrebbero formare il prossimo Bundesregierung,
anche alla luce del forte clima di sfiducia che segna i rapporti
dei principali partiti, dopo le convulse giornate parlamentari
che hanno visto Spd e Verdi sul piede di guerra contro l'azzardo
di Merz. La Bild ha inoltre riferito della forte frustrazione
dei liberali, pubblicando una indiscrezione trapelata dalla chat
interna: "Inizio a sgomberare il mio ufficio", ha scritto
infatti il numero due, Wolfgang Kubicki, amareggiato dai
colleghi di partito, che hanno fatto saltare la legge venerdì.
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