La soluzione dei problemi legati
alla decisione di Pristina di mettere al bando il dinaro serbo
in Kosovo va trovata a livello politico. Lo ha detto il
caponegoziatore serbo, Petar Petkovic, al termine della nuova
tornata negoziale svoltasi oggi a Bruxelles con il mediatore
dell'Ue, Miroslav Lajcak, e dedicata alla questione del dinaro.
In base alla decisione delle autorità di Pristina, dal primo
febbraio le operazioni e i pagamenti in contanti in Kosovo si
possono fare solo in euro, la valuta che circola per convenzione
nel Paese dal 2002, nonostante non vi sia alcun accordo con Ue e
Bce. Una situazione di disagio e malcontento che rischia di
sfociare in nuove proteste popolari. Citato dai media a
Belgrado, Petkovic ha osservato che non possono affrontare tale
problema persone che non hanno un mandato politico.
"Per una soluzione serve un livello politico, e non si può
fare come ha fatto (il vicepremier kosovaro e caponegoziatore di
Pristina) Besnik Bislimi, che non è venuto a Bruxelles,
decidendo di inviare esponenti della cosiddetta Banca centrale
del Kosovo, per prendere decisioni su qualcosa per cui loro
stessi dicono di non avere mandato", ha affermato Petkovic. "Ma
come si fa a parlare quando c'è qualcuno che vuole espellere i
serbi dal Kosovo? Tutto ciò deve finire", ha aggiunto il capo
negoziatore serbo, con riferimento alla politica del premier
kosovaro, Albin Kurti, ritenuta da Belgrado ostile e
discriminatoria nei confronti della locale popolazione serba.
Secondo Petkovic, anche i rappresentanti dell'Ue, sotto la cui
egida si tiene il dialogo fra Belgrado e Pristina, condividono
la posizione di Belgrado secondo cui è necessario che si parli
di ciò a livello politico. "Con esponenti di istituzioni
finanziarie che non hanno alcuno spazio di manovra politica, che
non hanno alcun mandato negoziale, cosa questa ammessa da loro
stessi, non ci si può accordare su nulla", ha detto Petkovic,
che è capo dell'Ufficio governativo serbo per il Kosovo e che
guida la delegazione di Belgrado nel dialogo con Pristina. In
Kosovo intanto proseguono e si accentuano di giorno in giorno i
problemi di liquidità di denaro per la popolazione serba, che
non riesce a ottenere regolarmente stipendi, pensioni e sussidi
che vengono erogati in dinari direttamente da Belgrado,
attraverso filiali di un istituto bancario serbo.
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