Allargamento della Ue ai Balcani
occidentali e dossier migranti: sono i principali temi al centro
della due giorni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
in Croazia, che la vedrà in serata partecipare alla cena
organizzata dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel per
proseguire il dibattito sull'Agenda strategica Ue 2024-2029
avviato a Granada. Venerdì sarà invece dedicato agli incontri
bilaterali - che, viene sottolineato - mancavano da due decenni
- con le istituzioni croate, prima con il primo ministro Andrej
Plenkovich, poi con il presidente del parlamento croato, il
Sabor, Gordan Jandrokovic. Nei giorni scorsi si sono già tenute
due delle 4 cene ristrette con 6-7 leader organizzate da Michel,
la prima a Berlino il 13 (presenti Germania, Austria, Belgio,
Cipro, Grecia, Lituania, Ungheria) e a Copenaghen il 14 novembre
(presenti Danimarca, Bulgaria, Finlandia, Irlanda, Svezia e
Lettonia), mentre quella di Parigi, che si doveva tenere il 10
novembre, è stata rinviata.
A Zagabria questa sera Michel riunirà oltre a Meloni e
Plenkovich anche il primo ministro maltese Robert Abela e il
primo ministro uscente polacco Mateusz Morawiecki. Non ci sarà
invece il primo ministro slovacco Robert Fico, impegnato nelle
procedure parlamentari del voto di fiducia al suo governo. Sul
fronte europeo - con il dibattito che si dovrà concludere a
giugno prossimo con l'adozione della nuova Agenda strategica -
l'Italia, viene spiegato, punta sull'autonomia strategica
aperta, partendo dal presupposto che il conflitto in Ucraina ha
dimostrato come resilienza economica ed autonomia strategica
siano interconnesse. Va costruita quindi sia sul versante
"interno" - con un quadro regolatorio "fit for business", che
alleggerisca le imprese, stimolando l'innovazione, e che allo
stesso tempo favorisca gli investimenti per rafforzare
resilienza e competitività - sia su quello "esterno", con una
politica commerciale aperta, pilastro della sicurezza economica,
che garantisca, sottolineano fonti italiane, "la
diversificazione di approvvigionamenti e delle esportazioni per
ridurre le dipendenze, diminuendo quindi i rischi".
Avanti poi "coerentemente e con convinzione" nel processo di
attuazione dell'approccio multidimensionale al fenomeno
migratorio concordato a febbraio scorso, per arrivare ad una
soluzione strutturale della questione, gestendo il fenomeno e
non limitandosi a subirlo. Bisogna in primis sul fronte interno
concludere entro la legislatura Ue l'adozione del nuovo Patto
Asilo e migrazione (attualmente oggetto dei negoziati nel
trilogo). Sul fronte della dimensione esterna, la posizione
italiana resta quella di consolidare, con adeguate risorse
finanziare, la cooperazione con i paesi di origine e transito
per prevenire le partenze, migliorare il sistema dei rimpatri e
ampliare canali di migrazione legale, dando "rapida e completa"
attuazione al Memorandum con la Tunisia e sostenendo gli sforzi
della Commissione per replicare questo modello anche con altri
Paesi africani come Egitto, Costa d'Avorio, Guinea, Senegal,
Gambia e Mauritania. Ma si dovrà lavorare anche a "soluzioni
innovative nel pieno rispetto del diritto internazionale e
dell'Unione Europea" come quella prevista dall'Accordo
Italia-Albania, un'iniziativa che sta suscitando molto interesse
e che "potrebbe diventare un modello per il futuro".
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