Il presidente serbo Aleksandar
Vucic, intervenendo oggi alla seduta straordinaria del
Parlamento dedicata alla crisi del Kosovo, ha ribadito la sua
ferma posizione a difesa degli interessi nazionali della Serbia,
sottolineando che nel processo negoziale il suo principio
ispiratore è il rispetto della costituzione della Serbia e
l'impegno a garantire a tutti i costi pace e stabilità in
Kosovo. In un'aula fortemente divisa tra sostenitori del
presidente e del governo, che a più riprese hanno applaudito con
standing ovation, e forze di opposizione in silenzio (e con
cartelli ostili alla linea del governo) Vucic si è riferito al
piano di accordo franco-tedesco, fatto proprio da Ue e Usa,
affermando di non poter rivelare interamente il contenuto di
tale documento, ma di volersi soffermare sui punti che
prospettano le conseguenze negative per la Serbia in caso di
rifiuto. E il punto di questo piano peggiore per Belgrado, ha
affermato, è il numero 4, nel quale si dice che "la Serbia non
si opporrà all'adesione del Kosovo alle organizzazioni
internazionali". Cosa questa che implicherebbe il via libera
della Serbia all'ingresso di Pristina a Onu, Nato, Ue, Consiglio
d'Europa e altri importanti consessi multinazionali. A più
riprese Belgrado ha indicato l'adesione di Pristina alle Nazioni
Unite come una linea rossa da non superare poichè ciò
implicherebbe il riconoscimento seppur indiretto
dell'indipendenza del Kosovo.
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