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Bosnia: festa serbo-bosniaci,Dodik ribadisce mire secessione

Bosnia: festa serbo-bosniaci,Dodik ribadisce mire secessione

'E' tempo che tutti i serbi vivano in un solo stato'

SARAJEVO, 09 gennaio 2023, 18:30

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

La Republika Srpska (Rs), l'entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina, celebra oggi tra le polemiche la propria Festa nazionale, una ricorrenza dichiarata a due riprese incostituzionale dall'Alta Corte bosniaca, e condannata dall'Alto rappresentante internazionale nel paese balcanico, Christian Schmidt. Il leader serbo-bosniaco Milorad Dodidk, che è presidente della Rs, ha finora ignorato i verdetti dei giudici e le messe in guardia dei rappresentanti internazionali, sostenendo il diritto dei serbi di Bosnia ad affermare la loro identità nazionale e a proseguire sulla strada verso l'obiettivo della unificazione con la Serbia. Dopo le cerimonie e il ricevimento ufficiale di ieri a Banja Luka, il capoluogo dell'entità, per oggi a Sarajevo est, cittadina a pochi km dalla capitale bosniaca Sarajevo, è in programma una sfilata con 2.500 uomini delle forze di sicurezza e della polizia dell'entità, e la presenza di mezzi e veicoli militari.

Ieri sera, dopo aver conferito per l'occasione onorificenze a varie personalità, compresi il presidente russo Vladimir Putin e il patriarca serbo ortodosso Porfirije, Dodik in un discorso caratterizzato da forti toni nazionalistici e identitari, ha ribadito le sue mire secessioniste auspicando un unico stato nel quale possano vivere tutti i serbi, in sostanza l'unificazione della Republika Srpska con la vicina Serbia. "Noi, che siamo stati eletti dal popolo, dobbiamo usare questo tempo per unire il popolo serbo", ha detto Dodik, rammaricandosi che una Grande Serbia non sia stata creata già nel 1918. "Vogliamo il nostro stato. E' tempo che tutti i serbi vivano in un solo stato" - ha affermato. Il 9 gennaio i serbo-bosniaci ricordano la proclamazione in quel giorno del 1992 della Repubblica serba in Bosnia-Erzegovina, un atto di secessione che apriì la strada allo scoppio pochi mesi dopo del sanguinoso conflitto armato con le altre componenti bosgnacca e croata, e che in tre anni provocò 100 mila morti e due milioni di profughi. Anche oggi l'Alto rappresentante Schmidt - che i serbo-bosniaci non riconoscono - ha condannato le celebrazioni e le tendenze separatiste in Rs, mettendo in guardia dalle gravi conseguenze che tutto ciò potrà provocare.

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