La guerra russo-ucraina ha
sancito l'inizio di una nuova stagione competitiva tra l'Ovest e
l'Est russo: il viaggio del libro 'Towards a New Iron Curtain'
scritto da cinque autori di differenti paesi e prospettive
(Polonia, Repubblica Ceca, Finlandia, Turchia e Bosnia) si apre
nel contesto del futuro dell'Europa della difesa. La
pubblicazione del volume, realizzato in collaborazione tra la
Fondazione 'Luigi Einaudi' e il think tank European Liberal
Forum, è stata già annunciata nel corso di una recente
conferenza tenutasi a Varsavia.
"Il progetto Towards a New Iron Curtain - spiega la curatrice
del volume, Renata Gravina, ricercatrice della Sapienza -
analizza lo scenario secondo cui sull'Europa, a fronte della
possibile espansione russa in Ucraina, si sta venendo a ricreare
una Cortina di ferro. Il volume, con uno sguardo alla storia e
all'evoluzione geopolitica degli ultimi trent'anni, aiuta a
comprendere sia la realtà della dinamica post-sovietica che la
difficoltà degli equilibri politici europei".
Il futuro dell'Europa è una crescente Cortina di ferro?
Alcuni Stati, temendo di essere le prossime vittime delle mire
di Putin, vedono la Nato quale unica soluzione a una prospettiva
instabile. Attorno a questo interrogativo si sviluppano le 138
pagine del volume.
Per quanto riguarda il caso della Polonia, secondo Milosz
Hodun (Project Polska) la cortina di ferro non è mai stata
percepita come finita: la paura della Russia e la percezione del
pericolo si sono semplicemente "spostate verso est". La ceca
Sarka Shoup (Politics and Society) invece sottolinea che,
storicamente, il posizionamento della Repubblica Ceca è stato
caratterizzato da un notevole grado di erraticità: se ci si
aspetta che il governo ceco "continui a mantenere la sua
posizione di partner affidabile all'interno dell'Ue e della
Nato" bisognerà comunque fare i conti con le pressioni interne
che stanno creando un dilemma per il futuro.
Negli ultimi tempi la Finlandia, spiega Mikko Majander
(Magma), ha dimostrato una crescente apprensione per la minaccia
percepita dalla Russia, evidenziata dalla decisione finale di
aderire alla Nato nel 2023. Secondo la bosniaca Jasmina
Ibrahimpasic (Bdf) se la Nato e l'Ue rappresentano ancora
aspirazioni di stabilità, crescita economica e sicurezza nello
spazio post-jugoslavo, le interferenze russe nel contesto
jugoslavo complicano la creazione di una cortina di ferro.
Infine, l'impegno multilaterale della Turchia, come sottolinea
Elif Menderes (Fnf), è finalizzato ad affermare il Paese come
mediatore e forza stabilizzatrice nella regione: "la Turchia
intende anzitutto rafforzare la propria influenza pivotale come
forza federativa regionale ed economica".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA