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Esperto, voto Serbia-Ungheria conferma deriva autoritaria

Fruscione (Ispi), elettori premiano linea morbida verso Russia

04 aprile, 15:01
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 04 APR - Gli elettori in Serbia e Ungheria alle elezioni di domenica hanno riconfermato le leadership al potere, in particolare il premier Orban e il presidente Vucic, un risultato che andrebbe letto come "un'accelerazione delle derive autoritarie in questi due paesi". Lo dice in un'intervista all'ANSA Giorgio Fruscione, analista dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

"Orban è il premier più longevo nella Ue, mentre Vucic e il suo partito saranno quelli che in Serbia hanno superato la soglia psicologica dei dodici anni" al potere, quella "a cui si fermarono Milosevic e democratici": E "la regressione democratica continuerà", prevede il politologo. Vucic e Orban che, a loro modo, mantengono una linea morbida verso il Cremlino, malgrado l'aggressione russa. E gli elettori a Budapest e a Belgrado sembrano aver "premiato il modello autocratico russo, di cui Orban e Vucic sono i principali importatori. Come suole fare agli 'uomini forti' al potere, hanno rassicurato il proprio elettorato, senza grossi sbilanciamenti internazionali. Ad ogni modo, vien quasi da dire che la Russia perde in Ucraina ma vince in Ungheria e Serbia", commenta Fruscione.

Ungheria e Serbia dove, come era nelle attese, non hanno prevalso le opposizioni, malgrado i tentativi più o meno concreti di fare fronte comune contro Orban e Vucic. Ma "la situazione è così grave che, in realtà, per l'opposizione non è andata così male, almeno in Serbia, dove le opposizioni tornano in parlamento e ci sarà l'esordio della sinistra verde Moramo", puntualizza Fruscione. "In Ungheria - continua l'esperto - si deve accontentare di sapere di avere Budapest. Ad ogni modo, in entrambi i paesi, il controllo dei media e la sproporzione per i partiti di governo è stata ancora una volta fondamentale". Dopo il voto, ora si aprono altri anni al potere, per Vucic e Orban.

Cosa attendersi? "Un altro passo indietro degli standard democratici," chiosa Fruscione. Sono inoltre probabili "un'erosione dello stato di diritto tale per cui l'autonomia del potere esecutivo e giudiziario è completamente ostacolata. Un pluralismo politico e mediatico in caduta libera e un'onnipresenza delle strutture di partito nelle istituzioni statali. Nonché un'oscillazione geopolitica che complica la vita all'Unione europea". (ANSA).

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