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Coronavirus: a rischio anche le rimesse degli emigranti

Impatto potrebbe essere severo in vari Paesi balcanici

29 aprile, 21:28
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 29 APR - La pandemia di coronavirus potrebbe avere un impatto significativo negativo anche sulle economie e sui sistemi sociali di vari Paesi balcanici, che potrebbero essere colpiti severamente da un possibile calo delle rimesse dall'estero, il peggiore della storia recente. Lo suggeriscono previsioni della Banca Mondiale (Bm), di recente pubblicazione.

"Si prevede che le rimesse globali diminuiranno drasticamente di circa il 20% nel 2020 a causa della crisi economica indotta dalla pandemia e dalle misure di contenimento" del Covid-19", ha fatto sapere la Banca rendendo pubblico un "Migration and Development Brief " focalizzato sulle ripercussioni della crisi attuale su migrazioni e rimesse. A subire un impatto grave dovrebbero essere in particolare i Paesi a basso e medio reddito, verso i quali il flusso di rimesse dovrebbe calare del 19,7%, a 445 miliardi di dollari, una cifra che sottintende "la perdita di un'importante catena di sostentamento finanziario per molte famiglie vulnerabili", ha osservato la Banca mondiale.

Secondo le previsioni della Banca Mondiale, il flusso dovrebbe contrarsi in particolare in Europa e in Asia centrale, regione in cui è prevista una diminuzione del 27,5 per cento nel 2020, seguita dall'Africa sub-sahariana (23,1%), da Asia del Sud (22,1 %), Medio Oriente e Nord Africa (19,6%), America Latina e Caraibi (19,3%), Asia orientale e Pacifico (13%).

In Europa e in Asia centrale, ha sottolineato la Bm, le rimesse sono cresciute del 6% fino a circa a 65 miliardi di dollari nel 2019, con l'Ucraina che è rimasta il principale Paese ricettore (quasi 16 miliardi nel 2019, circa l'11% del suo pil). Tuttavia, lo scenario nel 2020 potrebbe essere significativamente diverso, dopo che molti lavoratori emigrati all'estero hanno perso il lavoro o sono ritornati in patria.

"Molti ucraini occupati all'estero, circa 3-4 milioni, hanno incontrato difficoltà a trovare un lavoro poiché i controlli più stringenti alle frontiere hanno impedito a molti lavoratori temporanei e stagionali di trasferirsi in Europa" durante la pandemia. "Alcuni di loro sono rientrati in Ucraina, molti sono rimasti bloccati all'estero", si legge nello studio dell'Istituto. Lo stesso destino è stato condiviso da moltissimi cittadini romeni e bulgari e lavoratori dei Balcani precedentemente residenti in paesi membri dell'Unione Europea, tanti rimpatriati negli ultimi mesi, hanno informato a più riprese i media locali della regione. Quanto all'area balcanica le rilevazioni della Bm non forniscono previsioni precise sulla regione, ma le conseguenze della caduta delle rimesse potrebbero essere particolarmente pesanti in alcune aree. Secondo i dati della Banca Mondiale, esse hanno contribuito al 15,5% del pil in Kosovo nel 2018. Al secondo posto nella regione, il Montenegro (10,7% del pil), seguito da Bosnia-Erzegovina (10,5%), Albania (9,6%), Serbia (8,5%), Croazia (4,7%), Bulgaria (3,6%), Romania (2,9%) e Macedonia del Nord (2,7%). Nel 2019, l'afflusso di rimesse in Romania è stato di 7,2 miliardi di dollari, secondo stime aggiornate della Banca mondiale. In Bulgaria è stato di 2,3 miliardi di dollari, di 2,1 in Bosnia ed Erzegovina.

"Le rimesse sono una fonte vitale di reddito per i paesi in via di sviluppo. La recessione economica in corso causata dal Covid-19 sta mettendo a dura prova la capacità di inviare denaro a casa e rende ancora più vitale accorciare i tempi di recupero per le economie avanzate", ha affermato David Malpass, presidente della Banca mondiale. (ANSA).

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